Bersani a Bergamo: il fantastico viaggio nostalgico di chi crede che il passato sia un campo di battaglia in cui non si è mai perso

Bersani a Bergamo: il fantastico viaggio nostalgico di chi crede che il passato sia un campo di battaglia in cui non si è mai perso

La storia, si sa, non si scrive con i “se” e con i “ma”, giusto? Ma adesso, concediamoci un attimo di fantasia: cosa sarebbe successo se Pier Luigi Bersani avesse vinto le elezioni nel 2013? Sorprese, sorprese! Potrebbe essere cambiato, e sottolineo “potrebbe”, il destino di questo nostro amato Paese.

E chi non sarebbe d’accordo? «Certo, sarebbe cambiato in meglio!», continua a dirci Bersani, 73 anni, mentre snocciola l’ennesima delle sue metafore zoologiche, un vero e proprio “best seller” delle sue interviste. È in città, alla Fiera dei Librai, con il suo libro «Chiedimi chi erano i Beatles. I giovani, la politica, la storia». Chissà chi si sarà lasciato sfuggire di sicuro qualche “giaguaro” lungo la strada.

Ah, ma non poteva mancare la sua dose di memoria affettiva! Anche lei ha ceduto alla tentazione di pubblicare le sue memorie. «Nel 2022 ho lasciato il Parlamento e ho intrapreso un cammino di volontariato sociale. Ho viaggiato in tutta Italia per parlare con i giovani», afferma con quell’aria colpevole di chi sa che “ascoltare” è di moda. Spoiler alert: «È fondamentale trasmettere la propria esperienza alle nuove generazioni». Sarà, ma sembra quasi una giustificazione per non aver fatto nulla quando contava davvero.

Ma chi lo dice che la storia è una “maestra di vita”? Lui, ovviamente: «Esatto! Ma non deve essere un dialogo a senso unico». Ecco, l’illuminazione! Un testo che non è un’autobiografia, perché, beh, non avrebbe proprio senso. È solo un’avventura politica, non preoccupatevi.

Ma il cammino non è finito; oh no! Continuerà con altri mezzi, chissà quali. E parlando dei giovani, chiaro che non è d’accordo con chi gli dipinge come degli apocalittici. «Ho visto consapevolezza sui temi cruciali», dice, mentre evitiamo di dire che manca un carro a trainare il tutto. E se non vogliamo usare la parola “ideologia”, eh, ci vuole un cavallo, ecco, un bel sistema di pensiero! Che genio! E non basta sapere quali siano i problemi. No, no, bisogna saperli affrontare! Ma chi lo avrebbe mai detto?

Politica, quella meravigliosa arte di promettere soluzioni concrete partendo dal pensiero. Un concetto innovativo, non c’è che dire.

Chissà se i cittadini ricorderanno la sua celebre “lenzuolata” sulle liberalizzazioni quando era ministro dell’Industria. «È un buon esempio», afferma. Certo, perché chi non si ricorda di quella squarciata lista di buone intenzioni che, si sa, risolve tutto.

Aspetta, quindi, una resurrezione dei partiti forti? «Assolutamente sì», risponde con fervore. Dobbiamo chiudere le porte a questa insana idea delle strutture liquide. Perché chi ci vuole più liquidi in politica? Meglio solidi come una roccia, anche se sotto la superficie non c’è niente.

Tornato nel Pd, la sua amata «ditta», abbandonata ai tempi di Renzi per la famosa «mancanza di agibilità». E ora, il partito di Elly Schlein è il carro giusto? «Sta lavorando nella giusta direzione. Lavoro ce n’è», afferma. Davvero un’attenta analisi del panorama politico – in effetti, chi resiste all’idea di risolvere tutto con un po’ di buona volontà?

«Dobbiamo eliminare quelle sacche di governismo», continua. Certo! Facciamoci disguidi, ma assicuriamoci di essere sempre in prima fila. Dopotutto, l’unico dovere è costruire una alternativa di governo credibile… insieme al mondo del volontariato sociale. Un abbinamento fantastico! La Sinistra, si sa, significa uguaglianza e giustizia. Concetti eterni, come la moda del momento.

Negli anni Novanta, afferma, vincevamo ovunque. E ora? Siamo diventati una manica di imbecilli? Non preoccupiamoci, Machiavelli ci avrebbe sicuramente dato un cinque e un mezzo per l’intelligenza politica odierna.

Ma non peccò di governismo quando sostenne l’esecutivo di Mario Monti invece di andare al voto? «È una vecchia litania». Insomma, per lui il passato è solo un canto esasperato. Spiega nel suo libro che dopo la caduta di Berlusconi non ci avrebbero mai permesso il voto anticipato. Una vera commedia all’italiana!

I primi cento giorni di Bersani premier? «Ius soli e Stefano Rodotà ministro dell’Interno». Una lista di cose da fare, certo!

Ho sentito anche parlare della sua avventura teatrale. È in competizione con Veltroni? «Quando mai! Ci vogliamo soltanto divertire un po’», specifica con un sorriso. Certo, chi non si diverte a mettere in scena la propria vita politica, tra un dramma e una commedia?

Ed ora, Walter è stato a Bergamo con il proprio spettacolo. Ma perché lei comincia il suo tour librario proprio da qui? «Perché Bergamo è un posto dove mi sono sempre trovato bene! E poi è stato davvero il primissimo invito che mi è arrivato, mentre ancora stavo scrivendo». Magari l’invito era scritto su un biglietto da visita o era solo un sogno di mezza estate.

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