Un bel dramma in un consiglio dei ministri a Roma potrebbe trasformarsi in un catastrofico terremoto per la giunta provinciale in Trentino. La questione è: impugnare o non impugnare la legge che limita a tre i mandati per il governatore della Provincia di Trento? Ah, che dilemma! I vari partiti di centrodestra si stanno esercitando in riflessioni profonde, ma ieri, il segretario provinciale della Lega, Diego Binelli, ha lanciato un ultimatum tanto originale quanto persuasivo a Fratelli d’Italia e Forza Italia: “Il Cdm ha tutto il diritto di fare quel che vuole, ma noi diciamo che un’impugnazione sarebbe un attacco alla nostra Autonomia e al presidente Maurizio Fugatti, che prenderà le sue decisioni”. Che affermazione di grande autocontrollo!
Ma procediamo con calma: il terzo mandato, approvato il 9 aprile dal consiglio provinciale grazie ai voti di Carlo Daldoss e Christian Girardi, è tornato alla ribalta dopo il consiglio dei ministri di mercoledì scorso. Qui entra in scena il geniale Francesco Lollobrigida, ministro di Fratelli d’Italia, che insieme alla ministra di Forza Italia, Maria Elisabetta Casellati, ha sollevato dubbi sull’esenzione per le regioni a statuto speciale dal limite dei due mandati. “La questione verrà approfondita”, dice con un’aria di grande serietà. Aggiunge: “Gli statuti speciali sono di carattere organizzativo e non incidono sull’articolo 3 della Costituzione”. Davvero illuminante!
Non contento di questo momento di sano dibattito, Lollobrigida continua: “Si può ragionare di eliminare il numero dei mandati, ma con legge nazionale. Sarebbe illogico certificare che in Trentino, in Friuli o in Sicilia ci sia una regola differente rispetto alle altre regioni!”. Ecco qui che si apre uno scenario da film horror per la pubblica amministrazione.
Ieri, durante la sua visita in Trentino per sostenere la candidata del centrodestra, Ilaria Goio, anche Giovanni Donzelli si è espresso contro il terzo mandato. “È chiaro che ogni espressione di libertà viene interpretata in modo vitale da questo governo. Cosa ci resterà da fare, se non piegarci al destino?” Ah, le parole di un uomo stanco di combattere contro i mulini a vento della politica!
Non c’è dubbio che il tema del terzo mandato stia generando dibattiti ferventi, quasi come se il governo stesse pensando di lanciarsi in una battaglia a colpi di carte legali. Ma, si sa, le parole del ministro suonano risonanti: «C’è una riflessione in corso. Non è solo su Fugatti», ha dichiarato, sembrando quasi un operatore di un circo, il quale invita il pubblico a meravigliarsi delle acrobazie legali senza però sbilanciarsi sulla loro effettiva realizzabilità.
Ma chi è il nostro eroe? Secondo questo ministro, Fugatti potrebbe governare per altri trent’anni, affiancato dalla sempre presente Francesca Gerosa, come un duo che promette l’intrattenimento alle masse. Forse il concetto di equilibrio dei poteri è diventato più un’aspettativa idealistica che una realtà; chi lo sa, in fondo si tratta della volontà dei cittadini, o almeno così ci dicono!
La risposta della Lega non si è fatta attendere. Naturalmente, non perché abbiano a cuore il bene supremo della democrazia per il Trentino, ma piuttosto per un gioco di potere che travalica le frontiere regionali, con sguardi affamati verso Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Parlando con fervore Roberto Calderoli, il ministro, ha sottolineato le sue nove legislature come fosse un record da NFL: «Non capisco perché si possa fare senza numero di mandati anche il presidente della Repubblica”, ha esclamato, mentre sembrava sorridere all’idea di rimediarci.
Potremmo richiedere una nuova definizione di democrazia: «In fondo, se possono fare i presidenti, perché non noi, giusto?» Per di più, ha chiarito che l’impugnativa non ha basi giuridiche, salvo cadere nello stesso potere politico che ignora sapientemente le leggi e una visione coerente.
Ah, Roma, la grande arbitra, risolverà la questione entro il 18 maggio, con il sommo onore di porre questa questione all’ordine del giorno nei prossimi Consigli dei Ministri. E riguardando l’articolo 3 della Costituzione, il ministro Binelli avverte: «Questa è una cosa inaccettabile per chi conosce l’Autonomia». Sì, certo, perché la provincia di Trento ha la sua salute politica da difendere, e affermare che le leggi locali possano colpire l’uguaglianza è un modo certo per cercare un divano caldo in Parlamento.
Quando la discussione si fa più piccante, Fratelli d’Italia non sembra più indispensabile, aprendo la porta a possibili scenari di instabilità. La scommessa è che, dopo un’eventuale impugnazione, Fugatti potrebbe anche riflettere bene sul suo futuro. Ma chi se ne importa? La riforma dello Statuto viene vista come un appiglio sicuro. Calderoli, con il suo ottimismo, sembra sicuro che la questione sarà risolta entro il 2026, come se gli italiani avessero fretta di vedere cambiamenti radicali.
Ciononostante, le dispute sul terzo mandato potrebbero trasformarsi in una vera e propria guerra fra titani, con FdI che potrebbe usare il tema come ricatto contro la Lega. Siamo sicuri che una spaccatura nel centrodestra porterebbe a elezioni anticipate? Naturalmente, il Parlamento potrebbe anche decidere di fermarsi e aspettare un po’ di pace, proprio quello di cui abbiamo bisogno nel nostro bel paese.