Ah, l’onnipresente questione dell’educazione all’affettività nelle scuole! Chi non ama un buon dibattito che ruota attorno al diritto di un genitore di decidere se il proprio figlio può imparare qualcosa di utile o rimanere nel buio totale? È un capolavoro di pedagogia, quello firmato dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ci ricorda che la salute mentale degli adolescenti deve passare per il consenso genitoriale, come se i genitori avessero sempre le risposte giuste. Spoiler: non ce le hanno.
Adesso, lasciate che vi parli di Alessio Ponzio, l’illuminato docente di Storia dell’Omosessualità all’Università di Torino. Questo sventurato ha il compito di insegnare ai giovani la storia del movimento LGBT, e lo fa con passione da tre anni. Ma, secondo lui, c’è una mancanza: l’educazione alla sessualità. Strano, vero? Perché chi ha mai sentito parlare di educazione sessuale in una scuola italiana? È un concetto così strano che dovrebbero forse chiedere la revisione del curriculum scolastico in un’agenzia di pubblicità piuttosto che a un educatore.
Ponzio osserva: “Spesso conosciamo meglio le storie internazionali che le nostre”. E qui, carissimi lettori, chi non vorrebbe dare credito a un’affermazione così strabiliante? È incredibile come riesca a dire che ci si deve concentrare sulle proprie radici e, nel frattempo, lasciar perdere l’educazione al rispetto nei confronti di tutti. Ma certo, perché sprecare tempo a riflettere su questi temi mentre si può vivere nell’ignoranza?
Il corso raccoglie centinaia di iscritti ogni anno, e indovinate un po’? Sono per lo più ragazze. Sorprendente, vero? Ma chi ha mai pensato che l’educazione di genere potesse essere interessante per il popolo? E Ponzio ha il coraggio di affermare che molti studenti si presentano senza aver mai avuto una minima guida in classe riguardo all’affettività. Shock, tragedia, scossa!
Il professore non si ferma qui: “Servirebbe l’educazione per combattere la mascolinità tossica e la violenza sulle donne”. Oh, pensate un po’, chi lo avrebbe mai detto? Magari una volta fatte queste rivelazioni, i genitori potrebbero smettere di pensare solo al ‘permettere o non permettere’ e cominciare a capire che c’è un intero mondo di responsabilità da affrontare.
Quando Ponzio viene messo in discussione sulla proposta del ministro, la risposta è affilata come una lama: “È una manovra cieca”. Un punto di vista incredibilmente illuminato per chi vive in un paese dove l’eterosessualità è ancora considerata l’unica opzione valida. Ma che razza di libertà è questa? Perché abbattere le barriere educative? No, no, è più semplice lasciare i ragazzi nell’ignoranza totale. Platino puro!
E che dire dell’idea che trattare questi argomenti possa portare all’“omosessualizzazione” delle persone? Ponzio fa notare quanto sia ridicolo, e giustamente. È come dire che parlare di carote in classe porterà tutti a diventare vegetariani. Ci sono problemi ben più gravi da affrontare, e invece si preferisce affossare l’educazione piuttosto che affrontarli. Qualche danno collaterale non ha mai fermato un manipolo di politici afflitti da una fanatica visione morale, giusto?
Non credete che ci sia un piano preciso alle spalle di queste azioni? Ponzio non ha dubbi sull’argomento: “C’è un chiaro disegno politico di controllo”. E di cosa si tratta, se non dell’instaurazione di una sorta di patriarcato che promette un regresso socioculturale? Ma certo, perché educare le nuove generazioni a una vita piena e consapevole è sicuramente più spaventoso che perpetuare una visione del mondo anacronistica. Non ci resta che ridere.