Conclave: il cardinale malato e il mistero del voto da Santa Marta – ma chi ha il tempo di contare le navette?

Conclave: il cardinale malato e il mistero del voto da Santa Marta – ma chi ha il tempo di contare le navette?

Il cardinale Vinko Puljić, emerito di Sarajevo, si appresta a fare il suo ingresso a Roma, ma ahimè, in condizioni di salute precarie. Sarà confinato all’interno di Santa Marta, senza la possibilità di calcare il suolo sacro della Cappella Sistina, dove si svolgerà il conclave. Ma non temete! Tre cardinali, in un disperato tentativo di mantenere le tradizioni, si adopereranno quattro volte al giorno per andare a recuperare la sua scheda. Che gioia!

Ah già, dimenticavo di dirvi che il povero Puljić è malato e non può condividere questo momento con i suoi illustri colleghi. Una vera tragedia, direi! Ma contrariamente ad altri due cardinali che per problemi di salute hanno deciso di autoescludersi dal conteggio del conclave — una scelta saggia, no? — lui non pare intenzionato a calare le pretese. La vita ha riservato per lui un destino differente. Ultimamente, è arrivato l’ok del suo medico per il viaggio, che fortuna, vero?

A questo punto, sorge spontanea una domanda: come farà questo cardinale recluso a esprimere la sua preferenza? Puljić, stimatissimo e venerato, è tra le voci più rispettate del collegio cardinalizio, un vero testimone della guerra in Bosnia, un autentico costruttore di ponti e pace. Non ha intenzione di rinunciare a questo voto, che potrebbe essere il suo ultimo. Ma parliamoci chiaro: chi non vorrebbe farsi sentire nel giorno del proprio ottantesimo compleanno?

E non ha nemmeno intenzione di rinunciare al suo stupendo primato. Dall’ormai lontano 2016, è lui il cardinale più anziano in carica, una nomina datata 1994 ad opera di Giovanni Paolo II. Non siamo tutti un po’ gelosi di questa longevità, questi record? Ma come si dice, un voto è pur sempre un voto!

La questione del suo voto ha trovato una soluzione abbastanza ingegnosa. E indovinate chi gli dà una mano? Proprio Giovanni Paolo II con la sua Costituzione Universi Dominici Gregis, promulgata nel 1996, che ha aggiornato le regole vaticane per il periodo di sede vacante. Ma chi avrebbe mai pensato che le regole avessero in serbo una concessione?

Durante il conclave, le regole del Vaticano proibiscono di tutto e di più: dai telefoni alle finestre sigillate, ogni tipo di contatto con l’esterno è bandito. Ma in un gesto di benevola pietà, la Costituzione di papa Wojtyla ha previsto un’eccezione per i cardinali malati: tre cardinali faranno la spola tra la Cappella Sistina e Santa Marta per raccogliere la scheda di Puljić. Sì, hai capito bene, sono ben quattro volte al giorno per ritirare un pezzo di carta. Un’ineffabile dimostrazione di efficienza!

Si può solo sperare che il percorso scelto non sia troppo snervante, perché in fin dei conti, un malato non ha bisogno di ulteriori stress. Ma reagire così è il minimo che ci si possa aspettare da un conclave imperturbabile, dove ogni dettaglio si svolge sotto il severo occhio della tradizione. La freschezza della modernità e il rispetto per la tradizione, un’accoppiata che fa girare la testa!

Affrontiamola a piedi, questa faccenda: ci vogliono almeno venti minuti, anche con le scorciatoie che ci fanno credere siano la soluzione a tutti i nostri problemi.

Naturalmente, non possiamo nemmeno dimenticarci delle navette, quei mezzi di trasporto che, sorprendentemente, compaiono due volte al giorno, mattina e pomeriggio, per portare i cardinali da Santa Marta alla Cappella Sistina durante le votazioni. Un percorso brevissimo, ma perché camminare quando puoi viaggiare in stile?

Tuttavia, i controlli sono severi e la domanda sorge spontanea: i cardinali, in quel periodo di silenzio meditativo, non devono comunicare tra loro. Quindi, ci dobbiamo aspettare che facciano tre navette diverse per scambiarsi sguardi fulminanti tra un tragitto e l’altro?

Con la benedizione di Francesco, ovviamente. Chi non ama complicarsi la vita un po’ di più del necessario?

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