Bianche rose e applausi: il dramma surreale del ricambio in Consiglio regionale per Donato Metallo e l’improbabile arrivo di Sergio Blasi.

Bianche rose e applausi: il dramma surreale del ricambio in Consiglio regionale per Donato Metallo e l’improbabile arrivo di Sergio Blasi.

Un mazzo di rose bianche sul suo banco. Un minuto di silenzio. Un lungo applauso. Che bel modo di dar vita a un’agiografia! Il Consiglio regionale pugliese ha così voluto commemorare Donato Metallo, il consigliere del Partito Democratico scomparso a soli 44 anni il 22 aprile scorso. Ma chi ci stupisce nel vedere un uomo scomparire e un altro salirne le scale? Il suo successore, nientemeno che Sergio Blasi, il primo dei non eletti nella circoscrizione di Lecce alle elezioni regionali del settembre 2020, si prepara a ricevere l’onore del posto.

In aula, la scena è stata arricchita dalla presenza della compagna di Metallo, Alessandra Caiulo (madre del piccolo Pietro), della sorella Angela, e di numerosi collaboratori che hanno costantemente affiancato Donato. Non poteva mancare, ovviamente, l’europarlamentare Antonio Decaro, un amico di lunga data e grande estimatore, il cui affetto per Metallo è palpabile. Una riunione carica di emozioni, dove le lacrime sono state mescolate a una sana dose di sprawling politico.

Loredana Capone, la presidente, si è lanciata in un toccante discorso: “È difficile oggi iniziare questo consiglio”. Perché ci si aspetta sempre che la condotta sia facile quando si parla di chi non c’è più. “Cerco le parole giuste per salutare e ricordare in questo luogo”, ha aggiunto, in un momento di verità palpabile che ha inondato il Consiglio. “Abbiamo perso una persona buona, di rara sensibilità,” ha proseguito, dipingendo Metallo come un crociato per i diritti delle persone più vulnerabili. È interessante notare che anche quelli che non la pensavano come lui, che sarebbero potuti essere i suoi avversari, hanno espresso le loro lodi per la sua tenacia e il suo impegno. Tutto estremamente commovente, se non fosse un po’ patetico.

Ma ecco la sorpresa: dopo aver celebrato il compianto di Donato Metallo, senza nemmeno un attimo di tregua, il Consiglio ha rapidamente approvato il subentro di Sergio Blasi. Certo, per lui si tratta della terza volta che ottiene la convalida come consigliere regionale per il Pd nel collegio di Lecce, dopo aver raccolto ben 13.539 preferenze. Dobbiamo chiederci se la politica pugliese è una sorta di ruota di fortuna in cui chi gira per primo resta sempre in gioco. Ma chi ha bisogno di risposte logiche quando l’impegno politico è al centro di tutto?

È davvero affascinante vedere come nella legislatura del 2015, ci sia chi abbia brillato con il titolo di consigliere più votato del Partito Democratico con ben 16.540 voti. Certo, chi non desidererebbe tali onori, no?

Durante un discorso che sembra più una sceneggiatura di un film drammatico, Blasi ha esordito con una nota di dolcezza, dicendo: “Non sarei dovuto essere qui oggi, non avrei mai voluto essere qui oggi.” Oh, la tragedia! Ma cosa altro ci si aspettava, che si presentasse con un bouquet di fiori e una serenata?

Continuando la sua performance, ha rinviato al compianto Donato Metallo, “seduto tra i banchi del gruppo del Pd”. Una mossa astuta per guadagnarsi un po’ di miti applausi, mentre nel frattempo comunica di essersi iscritto al gruppo del Partito Democratico. Ma certo, chi non vorrebbe il caldo abbraccio del partito?

Con una appropriatamente drammatica enfasi, ha sottolineato il suo impegno: “Svolgerò questo compito con autonomia di pensiero e lealtà in esclusivo interesse della nostra terra e del suo bene comune.” Quasi quasi ci viene voglia di credere che stia organizzando una crociata per il bene della sua terra invece che un mercato delle promesse!

Ma non tutto è roseo. “Non è un tempo buono, questo,” ha continuato, come se stesse propinando la sceneggiatura di una soap opera. “Non è un tempo buono se c’è chi rivendica una egemonia, se si dimentica un’altra pagina formidabile.” Già, perché certo, dimenticare il passato è quello che tutti desiderano. E, naturalmente, il terreno su cui cammina “è scomodo” – con un aggettivo così altisonante, sarebbe quasi da pensare che stia percorrendo un sentiero minato!

Insomma, un brillante esempio di come la politica possa essere uno spettacolo di melodramma, con tanto di attori che si esibiscono per la gloria e l’applauso del pubblico. Chissà cosa riserverà il futuro a questo teatro dell’assurdo!

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