Volkswagen e Stellantis in crisi, mentre Trump lancia il suo allarme: “Chi non produce in patria è spacciato”

Volkswagen e Stellantis in crisi, mentre Trump lancia il suo allarme: “Chi non produce in patria è spacciato”

Cominciamo con una celebrazione delle meraviglie moderne: i produttori di auto europei, che evidentemente stanno affrontando una crisi di identità. Il colosso tedesco Volkswagen ha dato inizio al 2025 con un drammatico calo degli utili, ben il 41% in meno rispetto all’anno passato, per un misero bottino di 2,19 miliardi di euro. E chi potrebbe mai immaginare che la concorrente francese-italiana Stellantis starebbe meglio? Be’, sorpresa, è in realtà in contropiede: i ricavi sono scesi del 14% a 35,8 miliardi e le consegne sono diminuite del 9%, raggiungendo 1,2 milioni di auto. Ma ovviamente, gli utili sono un mistero non rivelato, perché chi ha voglia di comunicarli, giusto?

Dato che le cose non possono mai rimanere tranquille, Stellantis è attualmente in cerca di un nuovo CEO dopo l’addio di Carlos Tavares. E che meravigliosa coincidenza che abbiano deciso di sospendere le previsioni sugli obiettivi per il 2025, chissà perché? Forse per le incertezze legate ai dazi statunitensi, che sembrano essere l’argomento preferito del momento. Secondo l’azienda, “si sta impegnando a fondo con le autorità politiche in materia di tariffe doganali”, che è un modo elegante per dire che stanno cercando di non affondare nella marea di burocrazia.

La Situazione in Casa Mercedes

Se pensavi che solo Volkswagen e Stellantis fossero nel panico, hai sottovalutato Mercedes. Infatti, anche quest’ultima non sta navigando in acque tranquille, con incassi scesi del 7% a 33,2 miliardi e un crollo dell’utile netto, giù di ben il 43% a 1,73 miliardi. Una rapida verifica della loro liquidità netta, che è salita a 33,3 miliardi di euro, suggerirebbe che possono affrontare l’imprevedibilità geopolitica e macroeconomica – a meno che, naturalmente, tutto non vada a rotoli.

Il Gioco delle Dazi di Trump

Martedì sera, un bel pacchetto di sorprese è stato lanciato dalla Casa Bianca: una carota e un bastone, naturalmente. Il grande Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che alleggerisce la pressione dei dazi sulle auto. “Vogliamo solo aiutare durante questo periodo di transizione. È a breve termine,” ha dichiarato con tanto entusiasmo. E nonostante le tariffe del 25% sulle vetture importate negli Stati Uniti rimangano in vigore, l’ordine aiuta a evitare che ulteriori dazi si sommino. Ma chi se ne frega? Rivediamo anche le tariffe sui componenti – che bello! I costruttori che producono negli USA possono persino ottenere rimborsi, fino al 3,75% del valore della vettura. Un vero affare, no?

Ma aspettate, perché il presidente non si è fermato qui: ha avvertito che le case automobilistiche saranno “massacrate” se non porteranno la produzione negli Stati Uniti. Quindi, allentando la pressione dei dazi, “stiamo concedendo loro del tempo,” ha affermato Donald Trump, come se le aziende stessero veramente godendo il lusso di un ‘favore’. “Amiamo il Giappone ma vogliamo che le auto siano prodotte qui,” ha concluso, perché non c’è nulla di più americano dell’amore per le auto… fatte in America.

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