Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha avuto l’ardire di presentare un nuovo disegno di legge, che promette di stravolgere l’approccio educativo, specialmente in materia di educazione sessuale. Perché, si sa, l’Italia ha bisogno di più barbecue e meno educazione!
Il ddl, splendidamente denominato «disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico», introduce misure che faranno impallidire anche il più temerario degli insegnanti. Innanzitutto, scuole, preparatevi: per ogni corso di educazione affettivo-sessuale che volete attivare, è ora richiesto un «consenso preventivo scritto dei genitori». Che meraviglia! È come se, d’improvviso, l’idea di educare alla sessualità fosse sobbalzata da un sogno di notte, e avesse trovato un legale prima di svegliarsi.
Ma non è finita qui. Se per caso un genitore non dovesse dare il suo benestare, le scuole saranno obbligate a fornire un’alternativa. Immagino una scuola che offre laboratori di origami o corsi su come fare a meno dell’educazione: splendido!
Il nostro amato ministro ha sottolineato l’importanza dell’articolo 30 della Costituzione, che chiarisce che la responsabilità di educare i figli spetta ai genitori. Ma, a chi lo dici? Gli insegnanti devono evidentemente solo assistere a questa tragicommedia educativa con le mani legate.
In un contesto così utopico, le scuole dovranno anche selezionare con attenzione i soggetti che forniscono questa meravigliosa formazione alternativa. Che consiglio fantastico! Perché cosa c’è di più rassicurante che sapere che gli esperti devono avere «requisiti di professionalità scientifica e accademica»? E lo sapete che in Italia, meravigliosamente, l’educazione sessuale non è mai stata veramente una priorità? Oggi conosciamo l’oscurità proprio grazie a questa brillante iniziativa!
Il ddl ci ricorda che i bambini delle scuole elementari riceveranno un’infarinatura sui temi della sessualità solo attraverso i programmi ufficiali: quindi addio ai corsi di educazione emozionale! Parliamo pure di biologia, corpo umano, riproduzione e, naturalmente, evoluzione biologica. Una marcia indietro che ci fa sentire all’altezza dei più evoluti Paesi europei, al fianco di **Bulgaria**, **Romania**, **Ungheria**, **Polonia** e **Lituania**. E non dimentichiamo le scuole che, con il loro coraggioso spirito d’iniziativa, offrono attività extracurricolari, solo per scoprire che finora sono state esonerate da ogni responsabilità!
Insomma, prepariamoci a un futuro educativo dove i genitori sono re e le scuole semplici esecutori della loro volontà. Perché, si sa, il cambiamento richiede pazienza… e un bel po’ di ironia!
Ah, l’educazione sessuale. Una vera e propria chimera nelle scuole che, nonostante un tragico evento come l’omicidio di Giulia Cecchettin, continua a restare in un limbo di indifferenza. Ancora una volta, il governo ha partorito un ‘progetto’ che non è altro che una versione edulcorata della realtà: 30 ore di «educazione alle relazioni» che, possiamo ben immaginare, risulteranno più efficaci nel combattere la **discriminazione** e la violenza di genere, piuttosto che a educare i giovani sull’argomento della sessualità. Chi ha bisogno di informazioni concrete quando puoi fare discorsi vaghi sulla lotta all’ingiustizia?
E mentre parliamo di carnage nelle scuole, merita menzione l’illuminante rivelazione del ministro Valditara: chi picchia professori o dirigenti sarà arrestato «in flagranza». Ah, che sollievo! Non c’è nulla di più rassicurante del sapere che le violenze scolastiche verranno trattate con un seno di giustizia. Passiamo da una pena da 6 mesi a 3 anni a ben 2-5 anni di reclusione per le lesioni al personale scolastico. Perché si sa, un insegnante è sacro! E chi non lo rispetta? Beh, ha trovato la sua fine nella galera.
Ma le novità non finiscono qui. Valditara ha promesso il rafforzamento delle norme contro quello che l’opinione pubblica potrebbe definire comportamenti “da scolaretti scellerati”: bullismo e danneggiamento di beni pubblici. E chi non si comporta come un cittadino modello? Fino ad oggi, la sospensione era vista come un periodo di vacanza, mentre ora diventa un’opportunità di insegnamento! Gli studenti dovranno scrivere temi sulla loro maleducazione e, udite udite, per periodi da 3 a 15 giorni, saranno chiamati a svolgere attività di «cittadinanza solidale». Per esempio, servire alla mensa dei poveri o, se proprio non sanno fare altro, pulire i giardini della scuola. Davvero un modo efficace per rieducare i giovani!
Un’altra perla del nostro caro ministro è che uno studente che non ottiene un voto sufficiente in condotta sarà bocciato, mentre un 6 lo riporterà a settembre. Che meraviglia! Non si può certamente fare avanzare un alunno senza superare un “esame di riparazione” in cui dovrà presentare un elaborato critico sui ‘valori’. Perché, certo, la soluzione ai problemi di comportamento è scrivere un saggio. Chi ha mai pensato a qualcosa di più pratico?
Come tutti sanno, i disegni di legge non sono magia. Quello proposto da Valditara dovrà essere approvato dal Parlamento. Ma nel frattempo, chi si aspetta qualcosa di significativo si prepara a restare deluso.
Non poteva mancare il commento dell’Lega, che si è affrettata a rivendicare la paternità di queste illuminanti proposte. Rossano Sasso, capogruppo in Commissione Cultura, si è vantato di aver accolto le proposte riguardanti il consenso informato e la sempre utile misura dell’arresto obbligatorio in caso di violenza contro gli insegnanti. Perché, naturalmente, ci sono combatti da fare contro l’«ideologia gender», giusto? E chi lo fa? La Lega, chi altri.
E nel bel mezzo delle solite polemiche, ecco anche la voce di Luana Zanella, capogruppo di AVS, che si chiede perché il ministro sembri più preoccupato del consenso dei genitori che dell’esistenza stessa dei corsi di sessualità. Ha ragione, dico io! Se questi corsi diventano facoltativi, allora perché ci aspettiamo cambiamenti reali in una società che combatte la violenza maschile? Ma evidentemente alcune battaglie si combattono solo nei salotti.»
Articolo in aggiornamento…