Angelo Becciu, il porporato che ha trovato il modo di mettersi in guai ben più gravi di quelli tipici della sua posizione, ha partecipato ai funerali del Papa. Mentre il mondo intero si chiede se potrà o meno votare al Conclave, i cardinali si sono messi a consultare esperti di diritto canonico. Che bel modo di affrontare la questione, non trovate? Ah, a proposito, due lettere di papa Francesco potrebbero già averlo escluso dalla Sistina.
È stato visto come “cardinale tra i cardinali” ai funerali. Un’immagine toccante, vero? Già presente alla messa di Pasqua e di Natale, nonché invitato all’ultimo concistoro da Francesco. Ieri, con “la schiena dritta e l’animo sereno”, osservava la bara del pontefice e si prometteva che ora il Papa è “nella luce e conosce la verità”. Peccato che lui stesso sembri un po’ perso nel buio delle sue contraddizioni.
Ma non c’è tempo da perdere: oggi iniziano i novendiali, nove giorni di preghiere, e poi i cardinali dovranno decidere se il Conclave si farà con Becciu o senza. Un dilemma che avrebbe fatto ridere anche il Cardinal Richelieu.
Il dilemma, stando a quanto rivelato dalla rivista spagnola Vida Nueva, è che il sacro collegio si sarebbe orientato verso una votazione per decidere se includere o meno Becciu al Conclave. Ma, naturalmente, solo quando quasi tutti i cardinali elettori saranno giunti a Roma, tra il 4 e il 5 di maggio. Perché affrettarsi, d’altronde?
Nel frattempo, le consultazioni con canonisti e studiosi di teologia medievale – perché sì, un po’ di drammaticità non guasta mai – sono in corso dato che il caso è “complesso”. Certamente, il diritto canonico di solito non è mai una passeggiata. Anzi, il racconto del funerale di papa Francesco potrebbe sembrare più semplice a confronto.
Ma giusto prima del Conclave si svolgerà una sorta di “pre-Conclave” dedicato interamente al “caso Becciu”. Che meravigliosa trovata! Solo così si potrà decidere il destino dell’uomo che, dal 24 settembre del 2020, ha dovuto abbandonare i “privilegi” del cardinalato. Così, finalmente, si scioglierà anche l’ultimo nodo legato a due lettere, di cui ha riferito un ex direttore del quotidiano Domani, Giovanni Maria Vian. Due lettere dattiloscritte, su cui apparirebbe solo una “F”. Chissà cosa vorrà dire! Una lettera è del 2023, l’altra risale a questo marzo, quando il Papa era già al Gemelli. Perché non rendere tutto più complicato?
. Se aveste pensato che la chiaroveggenza fosse una competenza dei cardinali, vi sbagliate di grosso. Ma non preoccupatevi, perché il Cardinale Becciu ha fatto sapere che, non avendo davvero visto nulla, si affida al prezioso contributo del suo sodale Parolin, che sembra esplorare le strade del Vaticano con una visione alquanto… metaforica. Come riporta la rivista Vida Nueva, se manca un documento firmato da Francesco, allora per il diritto canonico il tutto equivale a una semplice chiacchiera da salotto.
Già, perché se non compare negli Acta Apostolicae Sedis — che è il modo ufficiale del Vaticano di dire “fate attenzione, qui il Papa ha parlato” — la decisione di escludere Becciu dal conclave non vale un fico secco. Un’ovvietà, certo, ma nel magico mondo della Santa Sede, la burocrazia è più di una semplice formalità.
Ma attenzione, perché Becciu potrebbe, chissà, decidere di contestare l’elezione del nuovo pontefice. Un vero colpo di teatro, non trovate? E poi i suoi avvocati, Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, ci tengono a sottolineare che entrare in conclave non è solo un diritto, è un sacro dovere. Però, per il momento, sembra che l’idea di “fare ricorso al Tar” non sia proprio sul tavolo, ma chi non ama una buona battaglia legale?
Allora, chi deciderà? «Saranno i miei confratelli cardinali» dichiara Becciu, anche se pare ci siano opinioni contrastanti. Il Decano Giovanni Battista Re sembra incline a dargli una mano, mentre il Camerlengo Kevin Joseph Farrell ha già fatto sapere che la volontà di Bergoglio, rivelata all’orecchio di un fidato, è quella di tenere Becciu lontano dall’attività elettorale. Insomma, il clima è di perenne altalenante: simpatia da una parte, resistenza dall’altra.
Infine, non dimentichiamo il bel siparietto internazionale in arrivo il 22 settembre: un processo d’appello per l’amalgame di fondi della Segreteria di Stato e le malefatte legate al Palazzo di Londra. Becciu continua a proclamare la sua innocenza, eppure, nonostante le vibranti dichiarazioni di purezza, ha già subito una condanna di 5 anni e 6 mesi per peculato e truffa aggravata. E come ciliegina sulla torta, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici: un po’ come dire “benvenuto nel club dei disoccupati forzati”.