La situazione a Ca’ Farsetti sembra più confusa di una commedia degli equivoci. Dopo il memoriale del magnate di Singapore, Ching Chiat Kwong, la domanda che tutti si pongono è: “E ora, che succede con un rinvio a giudizio?” Ah, che gioia che ci regala la politica!
Il segretario della Lega Sergio Vallotto sembra aver trovato il suo mantra personale: “Sull’inchiesta Palude ne esce una al giorno”. Quale sia vera? Chi lo sa! Perché mai dovremmo preoccuparci dei dettagli quando possiamo solo “mantenere la linea”. E mentre lui annuncia il suo supporto al sindaco Luigi Brugnaro, Gianluca Forcolin, segretario provinciale di Forza Italia, ci fa sognare con la sua affermazione vagamente promettente: “Per ora, vediamo gli sviluppi”. Sì, perché aspettare che le cose diventino chiare è così molto divertente!
A quanto pare, per i partiti di maggioranza, l’inchiesta Palude è una sorta di soap opera che continua a riservare sorprese inaspettate. Da quando il dramma giudiziario ha fatto il suo ingresso in scena a luglio, non c’è stato nemmeno un incontro tra i segretari dei partiti di centrodestra, né tanto meno un vertice di maggioranza. Ma chi ha bisogno di comunicazione quando si possono fare affari con Ching?
Parlando di Ching, nel suo memoriale inviato ai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini, il tycoon ha espresso la sua opinione sul sindaco con una frase che certamente farà storia: “He is too greedy”. Troppo avido, ha detto, riguardo all’offerta di Brugnaro di cedere i Pili per 150 milioni, un affare mai visto. E voilà, il magnate si giustifica lamentandosi di aver scoperto solo dopo che l’area era pesantemente inquinata. Un vero e proprio colpo di teatro!
Ma l’opposizione non starebbe certo a guardare. “Basta! Venezia non merita di subire tutto questo!” è il grido disperato della coalizione di La Stagione Buona, che comprende i più svariati partiti, da PD a +Europa. Per loro, il sindaco e la sua silente maggioranza dovrebbero prendere l’inevitabile decisione di andarsene. Ma chissà, forse il caos è esattamente ciò che vogliono riportare sul palcoscenico politico.
Ma certo, perché non iniziare con un grande annuncio da una convention pubblica che si terrà a Ca’ Sagredo, proprio il 5 maggio? Parliamo di che cosa, di Venezia? Ovviamente! La città che, secondo i suoi illustri amministratori, è diventata il palcoscenico principale di un reality show chiamato “Inchiesta Palude”. E chi meglio del sindaco Brugnaro per interpretare il ruolo del cattivo, pronto a vendere la sua città per un piatto di lenticchie, promettendo miracoli urbanistici mentre ignora i gravi problemi ambientali? Ma che sorpresa!
Ah, già, perché non c’è niente di meglio che un imprenditore di Singapore che ci dice come gestire Venezia! Mentre la magistratura sta per esprimersi su tutto ciò, il “giudizio etico e morale” dei cittadini sembra aver già emesso la sua sentenza: non si può più continuare con questo conflitto di interessi gigantesco! Che gran bel dibattito, non trovate?
Intanto, c’è questa petizione che danza nell’aria, chiedendo le dimissioni di Brugnaro in consiglio. È stata depositata oramai quattro mesi fa, ma, come tutti sappiamo, i tempi della burocrazia sono sempre lunghi e inafferrabili. Dicono che non sia stata ancora assegnata a nessuna commissione. Ma che strano, vero? Non è come se i partiti governativi stessero cercando di insabbiare la questione!
Il furbo Giovanni Andrea Martini di “Tutta la città insieme” prevede un rinvio a giudizio per Brugnaro e si chiede: “Cosa farà la maggioranza una volta che il sindaco sarà rinviato a giudizio?” Già, come si fa a mantenere un’aria di tranquillità quando il rischio di una crisi politica è palpabile? E il weekend con i festeggiamenti di primavera? I membri del consiglio devono averne piene le tasche di queste discussioni che sembrano infinite!
Ma Vallotto, uno dei tanti che sostiene la maggioranza, sembra essere “tranquillo”. Può darsi che l’aria sia pesante e carica di tensione, ma le scelte devono essere “ragionate”. Qui, tra una chiacchiera e l’altra, si prospetta il rischio che la gente inizi a rendersi conto che vivere in un posto dove il governo è in costante conflitto di interessi non è proprio l’ideale. Ma si può sempre sperare che tutto si risolva per il meglio: ci siamo abituati a fare il tifo per il disastro!