Elezioni comunali a Trento: Ilaria Goio si schiera con i commercianti in un dramma da soap opera per abbandono del Comune

Elezioni comunali a Trento: Ilaria Goio si schiera con i commercianti in un dramma da soap opera per abbandono del Comune

«Per me un bicchier d’acqua… del sindaco per favore» sorride una cliente, con annesso occhiolino. Ma Ilaria Goio vuole cogliere il buon auspicio oltre la battuta: «Non si sa mai, è davvero ora di cambiare le cose». E restituisce il sorriso. Niente occhiolino però, e chissà che non voglia che venga scambiato per un segnale malizioso. Del resto più tardi ci spiegherà che dalle astuzie politiche vuole tenersi ben lontana: «La responsabilità è quella di rappresentare la gente. La politica non può e non deve essere il posto delle furbate».

La mattina il Top Center è già popolato e la candidata sindaco si duplica al di qua e al di là del bancone. Il bar che gestisce al piano terra sembra quasi un caffè politico, con buona pace di chi le chiede «un macchiato e basta» ma si trova l’ordine subito trasferito: «Scusa, al signore pensaci tu per piacere» dice Goio a una sua dipendente, e va a scambiare due chiacchiere con chi l’ha salutata. Anche chi non è avvezzo alle questioni comunali inizia a insospettirsi: «Aspetta… il tuo viso mi dice qualcosa», «Io ti conosco dalla televisione». E lei si svela. Ma senza mai arroganza, né forzature, anzi qualche volta è la sua barista che le ricorda di lasciare un volantino. «E meno male che quell’assessore lì diceva che non la conosceva nessuno» azzarda un cliente. Leggasi Achille Spinelli, che intorno al nome di Goio ha decretato la spaccatura del centrodestra a inizio marzo.

«Politicamente troppo debole» l’aveva definita l’assessore provinciale, e in un comunicato durissimo aveva dichiarato come dietro alla scelta di Goio ci fossero «tentativi di umiliare le forze civiche e autonomiste». «Se questo attacco mi ha ferito? Assolutamente no, lo dico sinceramente» spiega Goio, senza mai rinunciare ai toni pacati. «La notorietà dipende dall’ambito in cui si lavora e io sono una persona solida». Da allora la candidata sindaca si trova a guidare il centrodestra dei simboli nazionali — Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia — orfano dei partiti territoriali che in Provincia appartengono alla maggioranza. Ma lei è netta: «Anche i partiti nazionali stanno in mezzo alla gente. Io sono trentina e voglio rappresentare i trentini».

La candidata sindaco Ilaria Goio, 50 anni, ha un marito e due figli, e oltre a essere proprietaria dell’esercizio di via Brennero, gestisce anche il famoso Top Gun di Bolzano. Non saremo noi a contare, ma giusto per informazione, fatemi dire che ha circa 25 dipendenti in tutto. Suo padre, Renato, era un noto esercente della città, gestendo vari bar, tra cui l’Università, il Haiti e il Tirrena, insieme a sua madre, Giuliana. Una vera tradizione familiare, non è vero? E ora ci fa sapere che da loro ha appreso l’importanza di lavorare a contatto con le persone. Ma chi lo avrebbe mai detto? Inoltre, ha una vera fissazione per il viaggio e lo sport. Sci, tennis… e un’epoca in cui, incredibilmente, praticava sci e tennis contemporaneamente. Da secoli non si vedevano sfide del genere! Si descrive la disciplina e l’importanza dello sport come una scuola di vita. Ma tutto ciò non basta, ecco perché ha anche una laurea in Economia politica conseguita all’università di Trento, un dottorato in Economia montana e forestale, e un master da consulente e revisore ambientale. Somigliante a una persona con una carriera accademica brillante, vero? Ma, oh, sorpresa! Ha deciso di non disperdere il lavoro dei suoi genitori perché, ehi, è figlia unica! Chi lo avrebbe mai pensato, che la carriera accademica potesse essere messa da parte per portare avanti “il lavoro di famiglia”? La fisima dello studio, però, è rimasta: tanto di cappello, eh! E non dimentica di ricadere nel tipico mantra genitoriale: «Studiate, figlioli, così avrete la libertà di scegliere… e di non finire incatenati da scelte altrui».

E abbiamo quindi la politica? «Non sono una professionista della politica, ma non sono certamente qui per caso, come qualcuno potrebbe pensare», proclama Goio. Il suo amore per la politica? Insomma, un classico. Nel 2009, è diventata vicepresidente della circoscrizione di Villazzano, dopo aver passato un po’ di tempo nel Pdl e, dopo il suo percorso in Progetto Trentino, da una candidatura alle provinciali del 2013, finendo come seconda dei non eletti. Un palcoscenico politico che pareva progettato su misura per lei, giusto? È risaputo che in campagna elettorale si potrebbe anche “sentire un po’ di stress” a casa. E con qualche nota di rassegnazione, ella ammette: «A casa ho il supporto di tutti… e questo è il mio punto di forza». Se non altro, ci consola sapere che il sostegno familiare non le manca.

Ma chi credete che la accompagna al mercato del giovedì? Proprio lui, il figlio! E il metodo di parcheggio? «Dobbiamo muoverci in anticipo, perché trovare parcheggio, ormai, è un’impresa che nemmeno Hercule Poirot riuscirebbe a risolvere!» Bentornati alla realtà. Seppur non esperta di politica, Goio non si fa mancare i consulenti esperti. Prima di scoprire le meraviglie delle bancarelle, viene affiancata da Gerosa, il genio strategico del momento, che ha già tutto in mente. E i trucchi del mestiere? Oh, non mancano: da quando ha tenuto la sua prima conferenza stampa, gira con una bandiera di Fratelli d’Italia in borsetta. «Qualcuno mi ha consigliato di tenerne sempre una a disposizione — ride — Non si sa mai!» E in effetti, qui la borsetta parla da sola!

Ma per evitare malintesi, Gerosa si prende la briga di «fare le giuste ricostruzioni», specialmente quando domandiamo a Goio sulla questione dei corteggiamenti da parte del centrodestra verso il patron del Calcio Trento, Mauro Giacca. Dalla sua parte, ha il famoso nome di Ilaria che già circolava da inizio ottobre, e ah, le carte sono rimaste coperte fino all’ultimo. Ma, naturalmente, Ilaria è sempre rimasta l’asso nella manica. A fine giornata, un candidato di Forza Italia si lascia scappare che la tenacia di Ilaria è cosa rara, tra un “Chiunque li avrebbe mandati a quel paese” e una lode all’eroismo politico. Non stupisce che Goio confermi: «Quando ci si offre per servire la comunità, la disponibilità non si toglie; e alla fine, ciò che doveva succedere è accaduto. Un ritardo? Magari, ma chi se ne frega!» Nel frattempo, passeggiamo per il centro, dove i negozi sono ora tappa obbligata. Problemi di parcheggio, sicurezza in discussione, la famosa attrattività della città in bilico… Ma non vi preoccupate, sembra che Goio si stia già conquistando il pubblico.

Certamente, c’è chi accusa e chi difende. Ora, una nota sulla presunta volontà di tornare a un “passato glorioso”, come se fosse un modo per scrivere un romanzo storico ignobile. La nostra protagonista, sempre lucida, chiarisce: “Queste insinuazioni mi lasciano basita, sono pura fantascienza da campagna elettorale”. Ma chi non vorrebbe una nave del tempo per rivivere i “valori sani” di Trento? Certo, perché rinunciare a quel meraviglioso periodo in cui si faceva parte di una comunità reale, invece di quel sottobosco dove nessuno sa più chi sia il vicino?

Ma chi lo sa, forse è solo nostalgia di quando le comunità erano unite… o forse è solo il sogno di qualcuno che si è perso troppo nel passato. Insomma, ottobre è alle porte e siamo tutti un po’ più interessati a tornare a scenari che, per qualcuno, risultano gloriosi, mentre per altri sono solo una serie di scelte discutibili.

In questa dialettica tra passato e presente, Trento è quindi diventata il palcoscenico perfetto per conflitti surreali, dove le accuse e la retorica si intrecciano in modo sublime per dar vita a un’arte teatrale del rifiuto e della disinformazione. Che bello vivere in un’epoca in cui il “ritorno al passato” è la scusa perfetta per non affrontare il presente!

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