Comuni nel caos: le Acli trentine suonano il campanello d’allarme per una partecipazione che fa schifo

Comuni nel caos: le Acli trentine suonano il campanello d’allarme per una partecipazione che fa schifo

Strano ma vero, l’associazione ha deciso di lanciare una scuola per i politici in erba, con ben sei incontri online da due ore, perché evidentemente, nonostante la tecnologia ci renda tutti molto più intelligenti, ci sono ancora persone che potrebbero fare un po’ di fatica a comprendere cos’è esattamente la politica. Il presidente Walter Nicoletti è preoccupato, e non potrebbe essere altrimenti, considerando che in più della metà dei comuni trentini c’è un solo candidato sindaco e che tre di questi comuni stanno flirtando con il commissariamento, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Il suo grido d’allarme? Un concentrato di preoccupazione per la democrazia trentina in vista delle elezioni del 4 maggio. Dimenticando, forse, che la democrazia dovrebbe essere una festa, non un funerale. Dice Nicoletti: “Siamo schierati dalla parte dei più deboli, della pace e del lavoro.” Una frase che potrebbe brillare per illuminante merito, se non fosse che, a Luserna, Madruzzo e Capriana, sembra che i candidati e la partecipazione siano un miraggio. E poi, in ben 83 su 154 comuni, si fa un gran parlare di solitudine elettorale, con solo un candidato in ballo. Una vera e propria “lotteria” dell’amministrazione pubblica, no?

La scuola di politica locale

Ed ecco che arriva la “scuola di politica locale”, come se la soluzione a questa crisi di partecipazione fosse un corso di formazione online. Perché tra astensionismo e populismi, la risposta più logica è quella di mettere su un bel corso dal titolo “La politica come servizio per il bene comune”. Ma chi l’ha detto che per servire il bene comune servono obbligatoriamente dei corsi di formazione? Magari basterebbe un po’ di buonsenso e di voglia di fare, chissà!

Questi incontri, che partiranno giovedì 8 maggio, promettono di stimolare la partecipazione dei futuri amministratori. Michele Dorigatti, il direttore della Fondazione don Lorenzo Guetti, ha affermato che non possiamo permetterci una democrazia dove il cittadino conta poco. Ecco un concetto rivoluzionario! Si parla di qualità morale, preparazione politica e competenza specifica. Una triade che, se applicata realmente, potrebbe davvero trasformare la politica locale in qualcosa di più significativo di un alternarsi di candidati solitari. Ma il vero questionario rimane: quanto sono disposti a fare gli “insegnanti” ?

A questo proposito, si fa il nome di esperti della politica trentina come l’ex dirigente provinciale Mauro Marcantoni, la vicepresidente della Corte Costituzionale Daria De Pretis e l’ex parlamentare Lucia Fronza Crepaz. Più che una scuola, sembra un raduno dell’Olimpo dei saperi politici. Si tratterà di temi “altisonanti” come Autonomia, legalità, ebilancio comunale. Sì, perché per un futuro politico, è essenziale sapere quanto spendere e come pianificare una città, giusto?

In conclusione, mentre i comuni continuano ad affrontare la sfida dell’unicità dei candidati e il rischio di disincanto verso il sistema, ci si chiede se sei incontri online siano davvero la panacea per la mancanza di partecipazione alla democrazia. Chissà, forse ci vorrà più di un paio di corsi di formazione per riportare la gente al seggio elettorale. O forse, sta tutto in un master per far tornare la fiducia. Che idea!

Ah, le Acli, sempre pronte a scendere in campo per darci lezioni su cosa sia giusto e cosa no, proprio mentre le criticità nel loro operato si accumulano come i fogli di carta in un ufficio postale. Pare che ora siano diventate i paladini della sanità nelle valli, con Nicoletti che si esprime con fervore: “È importante mantenere il presidio dei servizi sanitari nelle valli”. Dimentica di aggiungere che il presidio è solo un modo elegante di dire che servono posti di lavoro stabili, non solo un bel titolo da mettere sulle brochure.

Ma entriamo nel merito della questione ambientale, un tema che sembra affascinarli tanto quanto il cioccolato fondente. “Diciamo stop al consumo di suolo: il Trentino non può sacrificare ulteriormente il suo ambiente,” continua Nicoletti, quasi che sacrificare alcune aree per costruzioni moderne fosse un delitto. Forse dimentica che lo sviluppo urbano è una parte essenziale della vita economica. Ma chi ha bisogno di sviluppo quando si possono invocare slogan ecologisti?

Ma aspetta, c’è di più! “Gli amministratori devono prestare attenzione al tema della pace,” esclama Nicoletti. “È il miglior modo per ricordare senza retorica Papa Francesco.” Davvero? Perché non risolvere i conflitti locali per primi, invece di lanciare slogan vaghi? La pace, secondo Nicoletti, inizia dall’educazione: “Per una cultura della pace dal basso.” Questo è fantastico, ma a chi importa della cultura della pace quando la disoccupazione incombe?

Ah, e non dimentichiamo il tema del lavoro, che rappresenta un vero e proprio ridicolo nel ridicolo. “In Trentino abbiamo bisogno di passare all’integrazione,” afferma Nicoletti, come se due parole magiche potessero risolvere le crisi abitative e il peso dell’accoglienza ricaduto solo su Trento. Ma, certo, perché preoccuparsi delle politiche abitative quando si può semplicemente “fare integrazione” senza un piano concreto?

E non può mancare la giustificazione di Nicola Simoncelli, responsabile di economia e lavoro delle Acli, che lamenta: “L’occupazione cresce, ma è occupazione povera.” Un vero colpo di genio! Cioè, abbiamo un incremento dell’occupazione, ma chi se ne frega se non riusciamo a pagare l’affitto. Ma non preoccupatevi, le altre province crescono di più. Ebbene, allora, perché non seguire le loro orme invece di piangere sulla nostra miseria?

Alla fine, Nicoletti conclude con la perla: “Il commissariamento di più amministrazioni sarebbe un danno gravissimo per l’Autonomia trentina, che potrebbe venire attaccata.” Certo, perché avere un’amministrazione efficiente è l’ultima cosa di cui ci preoccupiamo. Ma invitiamo alla partecipazione! Sorprendente, vero? Invitiamo anche chi non si riconosce nei candidati. Magari se andiamo a votare per il meno peggio, possiamo forse sperare in un miracolo?

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!