I cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco si sovrappongono splendidamente con il 25 aprile, giorno celebrativo della liberazione dal nazifascismo. Un vero colpo di genio che ha il sapore di una battaglia tra ricordi, in cui tradizione e contemporaneità si rincorrono in una danza surreale, mentre in tutta Italia si tengono centinaia di manifestazioni. Che modo fantasioso di onorare una figura spirituale, non trovate?
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha espresso quelle perplessità che noi tutti proviamo in simili occasioni, chiedendosi con una freschezza disarmante cosa significhi davvero “sobrio”. Ah, la meraviglia della linguistica governativa!
«Non so cosa voglia dire esattamente sobrio, bisognerebbe chiederlo al governo» ha rivelato ai giornalisti, come se la sobrietà non fosse un concetto da manuale che si studia nelle scuole. Forse si potrebbe assumere un gruppo di esperti linguisti per decifrare tali misteri? Un’idea raffinata, ma vista l’efficacia della comunicazione politica, perché non continuare a navigare nell’incertezza?