Vai al contenuto
Spreconi
  • Prima pagina
  • Sprechi
  • Lavoro
  • Invisibili
  • Burocrazia
Cerca
Spreconi
  • Prima pagina
  • Sprechi
  • Lavoro
  • Invisibili
  • Burocrazia

Iran e Stati Uniti, due mondi che si incontrano per caso. E quel segnale sul nucleare che arriva chissà da dove

20 Aprile 2025
Iran e Stati Uniti, due mondi che si incontrano per caso. E quel segnale sul nucleare che arriva chissà da dove

Anche se il contenzioso sul nucleare iraniano potrebbe sembrare materia da brividi, la politica internazionale ha sempre un modo di trasformarsi in un copione da film di serie B, con personaggi che sembrano saltati fuori da un reality show piuttosto che da una sala di negoziazione. L’ambasciatore del Sultanato dell’Oman, in una mossa degna di un regista di successo, ha organizzato per i negoziatori una serie di incontri in una sala a Roma. E indovinate un po’? I protagonisti erano due figure con storie di vita così diverse che potevano quasi sembrare uscite da due film distinti.

Nei negoziati di aprile a Muscat, secondo la trama che è trapelata, l’inviato del presidente Donald Trump e il rappresentante della Repubblica Islamica, il supremo Ali Khamenei, hanno lavorato separati, distanti il giusto per evitare di beccarsi mentre cercavano di risolvere i guai in cui si trovano. A fare da intermediari, due bravi ragazzi del Sultanato dell’Oman. Ma non temete, un contatto diretto è avvenuto: chiaramente all’ultimo minuto, così da aggiungere un pizzico di drama giusto per tenere alta l’attenzione. E per portare un po’ di nostalgia, chi ha unito questi due Stati in conflitto è anche il passato recente, quello del 1979, quando la loro mancanza di diplomazia ha preso piede in un modo abbastanza drammatico – ovvero con il sequestro dell’ambasciata americana a Teheran, che ha rischiato di trasformare tutto in un film horror.

Negoziati, arte e potere

Nella formalità del territorio omanita lungo via della Camilluccia, nella sala di una sede diplomatica, c’era la delegazione americana capitanata da Steve Charles Witkoff, un miliardario del settore immobiliare di New York. Oltre ai suoi affari, l’uomo è stato scelto da Trump per trattare questioni di peso come quelle con la Russia per l’Ucraina e il Medio Oriente, dopo aver espresso parole piuttosto poco entusiaste riguardo le sanzioni a Mosca. Insomma, a quanto pare, il potere di un miliardario di New York è qualcosa da tenere in considerazione.

Ma in un’altra sala, ci sono gli iraniani, guidati dal moderno diplomatico Sayyed Abbas Araghchi. Quest’uomo, a suo modo, è una vera icona della negoziazione. Ha un passato di ambasciatore in posti esotici come Helsinki e Tokyo, e ha trascorso il suo tempo in centri studi mentre scriveva un libro intitolato “Il potere della negoziazione”. Ah, che titolo poetico! Ricorda tanto “L’arte degli affari” pubblicato da Trump nel lontano 1987. Chissà se si scambiano aneddoti sulla loro grande arte? Sì, perché il potere nei negoziati non è soltanto dalla parte americana, soprattutto quando hai un libro del genere a supporto.

Nella fase iniziale delle trattative, a fare da intermediario tra le rispettive posizioni, c’è stato il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr Sayyid bin Hamad Hamoud Albusadi, un nome che chiaramente si ricorda meglio quando viene declinato in presenza di un diploma di Oxford in Politica ed economia. Un vero colosso della diplomazia, che ha avuto la brillante idea di servirsi della sua esperienza come negoziatore con gli Stati Uniti sulle normative sul lavoro.

Ma giusto per non far mancare la varietà, c’era anche un altro straniero influente di passaggio a Roma: Ron Dermer, un ministro israeliano con una delega strategica piuttosto ampia e una carriera da 54 anni che include il negoziato sulle ostaggi di Hamas a Gaza. Le sue preoccupazioni riguardo all’arricchimento dell’uranio in Iran sono sicuramente più appetibili di un corso intensivo di yoga.

Ciò che è ancora avvolto nel mistero è se Dermer abbia avuto qualche sorta di interazione con gli ospiti dell’ambasciata omanita. Ma a chi interessa? Venerdì era a Parigi a chiacchierare con il direttore del Mossad, Ron Barnea, e chissà, magari ha semplicemente scambiato qualche ricetta con Witkoff. Lo si è visto a Roma, in una zona affollata anche da JD Vance, il vice di Trump. La coincidenza, oh la dolce ironia!

La sessione di trattative romana si è chiusa con l’intenzione di portare tecnici nel dibattito, un segno di ottimismo, giusto? Chi non si sente sollevato all’idea di un confronto che riprende a Muscat entro fine mese? Certo, il destino di questi negoziati potrebbe oscillare tra la fine dell’inquietudine nel Medio Oriente se tutto va liscio, o l’augusta possibilità di un Iran in rotta verso l’ultimatum nucleare in caso contrario. E pensiamo anche a una potenziale offensiva militare di Israele, che potrebbe tranquillamente distruggere i sogni di pace degli ayatollah. Una vera nota di speranza, non vi pare?

Passando alle proposte militari, Dermer ha suggerito che, in un recente incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Michael Waltz, se l’aviazione americana decidesse di sfruttare le misteriose bombe bunker buster da 30 mila libbre, gli Usa e Israele potrebbero annientare gli impianti nucleari iraniani camuffati sotto terra. Un’idea brillante, che sicuramente farà divertire gli strateghi di entrambi i lati del tavolo.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non poteva esimersi dal ricevere i colleghi iraniano, omanita e il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, Rafael Grossi. Che dire? La sorte dei piani nucleari di Teheran sembra esulare da una semplice questione di politica locale. Un mistero avvolto in un enigma, per dirla in modo raffinato!

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!

← Articolo precedente
Articolo successivo →

Altri articoli

Riforma amministrativa: la fusione dei piccoli comuni come soluzione agli sprechi

Riforma amministrativa: la fusione dei piccoli comuni come soluzione agli sprechi

Editoriale
DAZN nella bufera: disservizi durante Inter-Bologna scatenano proteste. Nicola Savino: “Inaccettabile per chi paga”

DAZN nella bufera: disservizi durante Inter-Bologna scatenano proteste. Nicola Savino: “Inaccettabile per chi paga”

Editoriale

Iscriviti alla nostra Newsletter

Rimani aggiornato sugli ultimi orrori in Italia.

Copyright © 2025 Spreconi.