Il triste anniversario di dieci anni fa, quando il Canale di Sicilia si trasformò in un cimitero galleggiante, è stato un grande palcoscenico per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che sorpresa! Ha deciso di richiamare l’attenzione sulla miseria di centinaia di migranti che hanno perso la vita. Ma certo, il suo intento era quello di scuotere le coscienze, non solo dei politici italiani, ma anche di quelli europei. Che gesto nobile!
Ha affermato che «i movimenti migratori vanno governati» e che l’Unione Europea deve dedicarsi anima e corpo a questa causa. Mica banalità, eh? Ha sottolineato che controllare l’illegalità è fondamentale, così come promuovere modalità legali di immigrazione, tutto in nome del rispetto della vita umana. Certo, come se i burocrati di Bruxelles avessero mai avuto un attimo di umanità nei loro freddi palazzi.
Ma aspetta! Non si è fermato qui. Ha voluto anche ricordare con grande pathos che in quel funesto naufragio c’erano «decine di bambini». Ma chi potrebbe dimenticare? La retorica è così profonda e toccante… “Fuggendo da guerre e miseria” — una narrazione che sembra rimanere sempre a galla, nonostante i continui fallimenti nell’affrontare queste crisi umanitarie. Certo, è facile paragonare il Mediterraneo a una grotta senza fine, dove le speranze affondano insieme alle vittime.
Naturalmente, le Ong non hanno tardato a far sentire la loro voce. Emergency, una delle più rinomate, ha subito applaudito le parole del presidente. Non che avessero bisogno di conferme, ma insomma, un po’ di incoraggiamento non guasta mai, giusto? Carlo Maisano, responsabile della Life Support di Emergency, ha ringraziato il presidente, lasciando intendere che, di fatto, sono sulla strada giusta. Quale strada? Quella incessante e ben nota del soccorso agli affogati?
Ma è la risposta di Mediterranea che sorprende di più: lo stesso coro di ringraziamenti! “In un periodo in cui i morti in mare sono in aumento a causa di omissioni di soccorso…” Oh, dolce ironia! Gesti di celebrazione per le parole di un presidente, mentre nel contempo ci sono file di uomini e donne che aspirano a una vita migliore, costretti a rischiare tutto per una mano tesa, che mai arriva. Questo è il paradosso della nostra epoca: le parole volano, ma le azioni? Ah, quelle sembrano affondare in fondo al mare.
Le nostre Mare Ionio e Safira si ergono a paladine della giustizia nell’oceano dell’indifferenza, sollevando la bandiera italiana mentre navigano contro le maree di odio e morte. Che meraviglia! Nicola Fratoianni di Avs non può fare a meno di esprimere la sua gratitudine: “Di fronte a un linguaggio spesso meschino e inclemente, le sue parole riportano dignità alle istituzioni del nostro Paese.” Wow, che bel pensiero! È incredibile come ci si possa incensare a vicenda, mentre la realtà attorno brucia.
Ma non è finita! A unirsi al coro c’è anche Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. Fa riferimento al naufragio del 18 aprile 2015, segnando dieci anni da quella tragedia nel Canale di Sicilia. “Da Mattarella una lezione di umanità,” dice. Immagino che ci si aspettasse l’applauso del pubblico, ma forse la vera lezione è sempre quella che ignoriamo. Che ironia!
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