Elezioni in Puglia: il Consiglio approva la doppia preferenza di genere, ma scoppiano le polemiche

Elezioni in Puglia: il Consiglio approva la doppia preferenza di genere, ma scoppiano le polemiche

Il governatore Emiliano sembra aver trovato un nuovo partner nel Movimento 5 Stelle, ma un interrogativo sorge: le liste che non rispettano l’equilibrio di genere 60/40 subiranno o meno una qualche sanzione? Con 28 voti a favore e 9 contrari, il Consiglio regionale ha approvato la doppia preferenza di genere, ma senza chiarire questo fondamentale punto, lasciando così il campo libero a interpretazioni arbitrarie.

Un ritorno al passato?

Il riferimento alla legge regionale del 2005, che in teoria prevede una decurtazione dei rimborsi ai gruppi consiliari in base al sesso dei candidati, suona piuttosto vago. In un mondo ideale, dove le promesse si materializzano e la legge viene applicata con rigore, sarebbero previste sanzioni chiare e precise. Ma, incredibilmente, qui, l’ambiguità regna sovrana.

Il teatro delle contraddizioni

Il Movimento 5 Stelle ha vehementemente contestato questa mancanza di chiarezza, chiedendo che venisse mantenuto il rigore della proposta iniziale, che invece avrebbe escluso le liste non conformi. Eppure, l’emendamento approvato ha visto la maggioranza del centrosinistra e del centrodestra uniti nell’escludere questa fondamentale salvaguardia. Cosa ci dice questo sull’incoerenza di chi governa?

Pillole di realtà e promesse

È curioso come i membri della maggioranza, tra cui il presidente Michele Emiliano e vari assessori, abbiano espresso la loro contrarietà all’emendamento per le stesse ragioni dei 5 Stelle. Una contraddizione che suggerisce che, in un contesto di alleanze politiche sempre più fluide, le reazioni possono essere più di facciata che sostanziali. Chissà se in futuro troveranno il coraggio di affrontare questo nodo gordiano con decisione.

Possibili soluzioni o illusioni?

In realtà, la vera domanda è: quali soluzioni potrebbero portare a un reale rispetto del principio di parità di genere? Potremmo immaginare leggi più stringenti, impegni veri e trasparenti, ma anche qui il rischio di promesse non mantenute si fa alto. Forse saremmo più vicini a una vera equità di genere se i nostri rappresentanti smettessero di giocare a ping pong con le regole e iniziassero a creare un sistema che incoraggi la parità e non solo la retorica.

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