La lista musulmana di Monfalcone segna un passo indietro per l’armonia tra culture e religioni

La lista musulmana di Monfalcone segna un passo indietro per l’armonia tra culture e religioni

È davvero incoraggiante osservare che una minoranza si organizzi seguendo principi che possono apparire ai margini della laicità dello Stato? Nella sua rubrica «Palomar», l’osservatore coglie un segnale di pluralismo emergente dalle recenti elezioni comunali di Monfalcone, dove è apparso un partito islamico, un fatto che ha suscitato non poche domande e interrogativi.

Dalla provenienza al principio

Cosa deve significare questo? Un progresso della democrazia, o piuttosto un campanello d’allarme? Se la società si divide non più per programmaticità, ma per etnicità e fede, non potremmo trovarci di fronte a una contraddizione del dibattito democratico? In fondo, l’idea di una città che si caratterizza per il 34% di immigrati non è esattamente un pregio ma piuttosto un’indicazione di disuguaglianza e di sfide da affrontare.

Riflesso di un romanzo?

Facendo un parallelo con il romanzo «Sottomissione» di Michel Houellebecq, non stiamo paragonando Monfalcone a Parigi, ma la scena dipinta dall’autore mette in luce la vulnerabilità di una società che non sa come integrare le diversità. Non sarebbe più proficuo cercare un dialogo costruttivo che avvicini le culture piuttosto che escluderle?

Un’osservazione inquietante

Che dire, quindi, dell’idea che l’immigrazione si presenti con propri riferimenti, piuttosto che abbracciare i valori della democrazia tradizionale italiana? Se un partito sceglie di non entrare nel processo di delega tipico dei nostri sistemi, non stiamo per caso perdendo uno dei fondamenti stessi su cui si basa la nostra società?

Possibili soluzioni o illusioni?

In un contesto così complesso, le soluzioni proposte potrebbero risultare un semplice piano di azione per chiudere gli occhi davanti alle realtà. Promuovere un vero incontro tra le culture o restringere i confini di ciò che consideriamo “italiano”? La scelta sembra sempre essere tra un idealismo che scontra con la pratica e l’ibernazione in un sistema che minaccia di escludere. Ma chi ha davvero voglia di avventurarsi in questo labirinto burocratico? Una cosa è certa: la strada per una vera integrazione è lastricata di buone intenzioni e scarse realizzazioni.

Rimandiamo quindi alla storia e alla vita quotidiana: chi possiede la capacità di ascoltare fuori dai propri confini e chi, al contrario, si asserraglia in un’illusione di sicurezza? La risposta è forse più complessa di quanto si possa immaginare.

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