La Lega trasforma la Loggia in un gioco da ragazzi per l’opposizione

La Lega trasforma la Loggia in un gioco da ragazzi per l’opposizione

È davvero curioso come la Lega si affidi all’intelligenza artificiale per confrontarsi con la giunta Castelletti, quasi come se il semplice clic possa ridurre il dibattito politico a una sorta di gioco per bambini. La trasformazione dei membri della giunta in pupazzetti è l’ultimo rituale goliardico che ci fa riflettere sull’attuale stato della politica: un passaggio evidente da discussioni sostanziali a una sorta di teatro delle marionette.

La Loggia come casa delle bambole?

La Loggia diventa quindi una casa delle bambole. La regina della Loggia è Laura Castelletti, il suo vice Federico Manzoni diventa “il capo-tram”, un soprannome che più che evocare rispetto, suona piuttosto come una presa in giro. E non è finita qui! L’assessore al verde, Camilla Bianchi, è ridotto all’appellativo “Eco-tassa”, mentre Michela Tiboni, assessore all’urbanistica, diventa la “cementificatrice”. Si potrebbe obiettare che queste etichette non sono solo goliardiche, ma anche offensive, rivelando una certa precarietà argomentativa da parte di chi le elabora.

Una politica in miniatura

Quando il leader del Carroccio si trasforma in un giocattolo, è lecito domandarsi: che messaggio stiamo trasmettendo all’elettorato? Se il compito dell’opposizione è dipingere un quadro critico e reale, non si corre il rischio di banalizzare questioni serie? Si potrebbe pensare che questo approccio pratico alle questioni amministrative possa rivelarsi un boomerang. E mentre si ricorre a travestimenti umoristici, la realtà che attanaglia molte città italiane — come la mancanza di trasporti pubblici decenti o l’inevitabile cementificazione — rimane purtroppo in attesa di soluzioni.

Dove sono le soluzioni?

In un contesto dove l’ironia sembra prevalere sulla serietà, è difficile non punzecchiare la situazione. Promesse di sviluppo sostenibile, di migliori servizi pubblici e di sicurezza cittadina sono in effetti un tableau politique affascinante, ma talvolta appare più come un miraggio. Le etichette appiccicate ai membri della giunta fanno quasi sembrare che l’azione politica possa essere ridotta a un fumetto. La vera domanda è: come passare dalla satira alla sostanza?

In un mondo in cui il buonsenso spesso viene accantonato, l’auspicio è che l’intelligenza artificiale non diventi l’unico strumento per affrontare problemi complessi. La politica non può essere ridotta a un gioco di travestimenti, ma deve invece affrontare la realtà con serietà e competenza. Forse, la risposta a questa spirale di ironia sta nel creare canali di comunicazione migliori e più diretti con i cittadini, per dare loro un ruolo attivo e non relegarli a spettatori di uno spettacolo che, in fin dei conti, non riesce a risolvere i veri problemi.

In conclusione, si potrebbe suggerire una politica che non si limiti a <ironia> e slogan provocatori, ma inizi finalmente a porre l’accento su azioni concrete e rispettose della cittadinanza. Se questo richiede di rinunciare a qualche giocattolo per abordar problemi reali, forse ne varrebbe davvero la pena.

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