La campagna elettorale del centrodestra trentino si è riempita di frasi altisonanti e promesse che sembrano più un mantra che una strategia concreta. Non sorprende dunque che il tema della sicurezza sia al centro del dibattito, con il senatore di Forza Italia, Gasparri, che suggerisce l’implementazione di zone daspo anche nelle stazioni. Un’idea brillante, se consideriamo che la sicurezza è percepita in modo sbagliato in una città che, secondo Sardone, si è trasformata in un vero e proprio Paese straniero.
Il Paradosso della Sicurezza
A Trento, la Lega si impegna a combattere il “degrado” facendo risaltare il fatto che nelle stazioni la polizia non riesce a garantire la propria presenza, specialmente di sera. Eppure, è incredibile come si parli di riqualificazione senza affrontare la carenza di personale o esaminare le condizioni che portano all’insicurezza. Già, come può un’amministrazione considerarsi efficace se continua a trascurare un problema così evidente? Ma la risposta è semplice: basta promettere che le cose miglioreranno, e tutto sembrerà risolto.
Il Canto del Cigno di Chi Governa
Non è curioso notare come Fugatti venga acclamato come un eroe, mentre le sue scelte vengono esaminate da chi ha ben poco di cui vantarsi? Diego Binelli, il segretario provinciale della Lega, afferma che sono «opere e investimenti» della Provincia, ma chi si sta realmente prendendo i meriti? E che dire del decreto nella materia di sicurezza firmato dal presidente della Repubblica? È ancora una volta l’idea che basti la legge per risolvere situazioni complesse, come se l’amministrazione locale fosse completamente disinteressata nel rafforzare la polizia locale.
La Necessità di Guardare Oltre le Promesse
Di fronte a queste affermazioni, viene da chiedersi: l’occupazione delle forze dell’ordine è davvero una priorità o è solo un modo per guadagnare consensi attraverso l’allarmismo? Parlare di alloggi per la polizia che proviene da fuori provincia mentre ci si concentra sulla sicurezza rende questa situazione una tela di caricature.
Dobbiamo riflettere su cosa voglia dire realmente garantire la sicurezza. Le telecamere, le pattuglie e l’efficienza della polizia non bastano senza una vera strategia che affronti le cause toccando i problemi alla radice. Cavare fuori dall’armamentario la retorica della sicurezza non potrà nascondere la vera questione: come si conciliamo le esigenze di un territorio in cui il degrado è una costante?
Futuro: Possibili Soluzioni o Semplice Illusione?
Cosa può realmente funzionare? La risposta è semplice: meno slogan, più azione concreta. Se la sicurezza è davvero la priorità, allora forse serve un bel cambiamento di rotta che non si limiti a promesse vuote ma che includa un’interazione più efficiente fra istituzioni, cittadini e forze dell’ordine. Ironia della sorte, servirebbe una revisione completa della filosofia di governance che ignora spesso ciò che è evidente.
In conclusione, il vero passo avanti potrebbe risiedere nel riconoscere che oltre a combattere il degrado, è necessario provvedere anche alla cura della città. Ma questa è una storia che potrebbe rimanere chiusa in una bella brochure da campagna elettorale. Dimenticata, naturalmente, appena il seggio verrà chiuso.



