Filippo Caracciolo partecipa a un incontro a Trani con Antonio Decaro dopo il successo della moglie nel bando di AdP

Filippo Caracciolo partecipa a un incontro a Trani con Antonio Decaro dopo il successo della moglie nel bando di AdP

Il silenzio di Filippo Caracciolo, consigliere regionale del PD, è tanto assordante quanto ironico, soprattutto nel contesto in cui stiamo assistendo alla nomina di Carmela Fiorella, già consigliera di amministrazione di Acquedotto Pugliese, nel suo nuovo ufficio di Aeroporti di Puglia come dirigente delle risorse umane. La nomina è tanto trasparente quanto un vetro opaco — ma chi si preoccupa di fare chiarezza, alla fin fine?

Il gioco della trasparenza

Ricordiamo che ADP ha il pacchetto azionario della Regione Puglia. La selezione per l’assunzione a tempo indeterminato, con un stipendio annuale di 75 mila euro, ha visto come unico ammesso Fiorella, con un bando aperto solo per dieci giorni, un tempo così ridotto che si potrebbe pensare a un esperimento di magia anziché a una reale opportunità di lavoro. E così, mentre Caracciolo evita le domande dei giornalisti come se fosse in un gioco di nascondino, ha comunque trovato il tempo di partecipare a un convegno a Trani con altri importanti esponenti del PD. Del resto, chi ha tempo per chiarire questioni delicate quando si può scherzare in pubblico?

La questione dell’opportunità

Il convegno del 15 aprile rappresenta un’occasione unica: Decaro, europarlamentare e presidente della Commissione Ambiente, sarà presente, insieme a Amedeo Bottaro, sindaco di Trani, e Giacomo Marinaro, presidente del consiglio comunale. È curioso pensare che, in un incontro così “importante”, Caracciolo potrebbe sentire il bisogno di spiegare la situazione dell’assunzione della moglie presso ADP. Ma, si sa, diritti e doveri sembrano sempre danzare in un limbo di opportunità quando si tratta di amministrare soldi pubblici.

Le conseguenze di un silenzio scomodo

In un mondo ideale, chi riceve stipendi pubblici dovrebbe essere trasparente e responsabile. Ma, evidentemente, la realtà è meno incantevole. Le parole di alcuni politici, che promettono riforme e cambiamenti, possono spesso non essere altro che foglie di fico per mascherare una verità che puzza di favoritismi e malaffare. E così, mentre il silenzio di Caracciolo potrebbe essere un’indicazione di sensibilità, sembra piuttosto una testimonianza di un sistema che non riesce a caso il suo impegno verso la comunità.

Possibili soluzioni o utopie?

In conclusione, ci sono proposte, ma sono avvolte nel mistero. Riforme di assunzione più trasparenti? Magari un vero bando pubblico con più di dieci giorni di apertura? O forse chiedere a Caracciolo e ai suoi colleghi di rendere conto in modo chiaro delle loro azioni? Pare che gli spazi di discussione siano infinitamente più ampi delle reali volontà di cambiamento. E così, tra sorrisi e discorsi altisonanti, ci lasciamo con una domanda: a chi serve realmente questa trasparenza? O, più semplicemente, a chi serve il nostro mutismo?

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