Il giorno successivo alla sentenza della Consulta che ferma il terzo mandato, il governatore Vincenzo De Luca sfodera un elenco di 21 “interventi” imminenti per i prossimi due mesi. Una lista della spesa, o meglio, un vademecum per i suoi alleati di partito, in un momento in cui si festeggiano le nuove prospettive politiche. Ma, ironicamente, riunisce i capigruppo della sua maggioranza non con programmi di sviluppo, bensì con una certa preoccupazione per ciò che potrebbe significare il nuovo scenario politico.
Un Pronunciamento Alta e Ideale
Dopo il decisivo pronunciamento dell’Alta Corte, De Luca non si fa attendere e rilascia una nota velenosa, in cui dichiara che «si apre in Italia una stagione politica di alto valore ideale, morale e istituzionale». Ma con quale coerenza? Si viene quasi a chiedere se questo «valore ideale» includa i 21 punti in agenda o se sia solo un modo per mascherare un certo nervosismo. A Palazzo Santa Lucia, il governatore sembra voler dirci che i lavori pubblici sono il suo alimento principale, mentre le visioni a lungo termine sono una preoccupazione secondaria — come se avesse fatto un passo indietro in una danza di allegria.
Interventi o Promesse?
Il lungo elenco di scadenze include iniziative per affrontare il problema delle liste d’attesa, discorsi sull’endometriosi, lavori pubblici assortiti, e perfino lo sviluppo di nuovi stadi. Ma la domanda rimane: sono questi interventi reali o semplici promesse? Si potrebbe pensare che tali annunci cerchino di distogliere l’attenzione dai problemi radicati che le istituzioni si trovano ad affrontare quotidianamente. Convolgendo i cittadini in un caleidoscopio di attività, c’è il rischio di nascondere l’essenza di un governo che annuncia molto e realizza poco.
Il Giocattolo delle Elezioni Regionali
In tutto questo, emerge il potere di De Luca all’interno del centrosinistra. Con i suoi sondaggi, sembra azzardare un candido gioco di prestigio: accarezzare l’idea di candidarsi capolista di una sua lista civica. Una mossa che rafforza l’immagine del governatore, ma fa sorgere una questione: quanto di questa sicurezza deriva davvero da un consenso genuino e quanto dalla manipolazione delle paure politiche del momento? Le elezioni regionali si avvicinano e le manovre politiche sembrano prendere piede più del welfare reale.
Un Occhio al Futuro
Si parlerà di un possibile futuro, ma quale struttura concretamente si sta edificando? Potremmo dire che l’amministrazione nipote di Vincenzo De Luca si trova a un bivio: sfruttare l’emozione collettiva o sottoporre a verifica le sue promesse? Se i progetti annunciati bandiscono l’idea di progresso, quali sono i criteri di successo? E, soprattutto, chi pagherà per eventuali fallimenti?
Possibili Soluzioni
Ciò che si potrebbe veramente augurare è che il governatore decida di intraprendere un percorso di trasparenza e accountability, piuttosto che rimanere nel solito ciclo di autocelebrazione. Ma, come sempre, ci si potrebbe chiedere: quali soluzioni reali potrebbero sorgere da questo stallo? Forse una riforma che non sia un semplice miraggio, oppure semplicemente la capacità di scambiare il «lavoro» con un impegno autentico per il bene comune. Per il momento, sembra che il tempo di «pensare» si riduca sull’altare della politica, mentre il dramma delle promesse non mantenute continua a risuonare.