Non è curioso come in un momento di grande celebrazione, con le parole di Dante e gli eroi nazionali a fare da cornice, ci si ritrovi a riflettere su chi davvero imposta l’agenda politica? Mentre Carlo III incanta l’aula della Camera con la sua lingua italiana e il suo senso dell’umorismo all’anglosassone, non possiamo fare a meno di notare l’assenza di altri protagonisti, quelli che nel lessico politico dovrebbero rappresentare il futuro, ma che a quanto pare erano impegnati altrove, chissà in quali verbosi comitati o conferenze.
Il Re e l’Assenteismo
Il monarca, che si è presentato con un discorso fluido e con una battuta sul temuto “rovinare” la lingua di Dante, ha saputo strappare sorrisi e applausi. Ma mentre i membri del governo, mascherati da un’umanità quasi festante, applaudivano, il vuoto di leadership politica si faceva sentire. Dove sono finiti Giuseppe Conte, Matteo Renzi e gli altri? Scomparsi nel nulla, o forse impegnati in qualche complotto per reinventare la politica italiana, come il famoso mago Merlino.
Il Gelato e la Politica
Mentre il re e Camilla si concedevano un gelato a Giolitti, i parlamentari sembravano in preda all’apatia, ingannando il tempo con foto e chiacchiere insulse. Questo pericoloso algebra della disattenzione è un segno chiaro di quanto il protocollo possa influenzare anche l’atteggiamento dei più alti rappresentanti della nazione. Dove l’amore per il gelato trionfa sopra l’amore per le idee.
Un Appello alla Riflessione
Ma non era solo un evento di ritrovo per gossip e applausi. Carlo ha toccato temi profondi come la Resistenza e l’esempio di Paola Del Din, lanciando un messaggio che sembra destinato a risuonare nel vento dell’indifferenza politica. Avrà preso nota, chi sa? Anche se in aula l’unico ad annuire con convinzione pareva essere Claudio Lotito, che forse aspettava un’occasione per svoltare dal calcio al dibattito intellettuale.
Conclusione e Possibili Soluzioni
Nel finale un momento di suspense ha quasi convinto il Parlamento che il re fosse giunto alla conclusione. Ma, ahimè, Carlo ci ha ricordato sagacemente che a volte le migliori sorprese non riguardano solo i gelati. Dobbiamo chiederci, però, che tipo di effetti abbia questo spettacolo sulle future generazioni, mentre il bouquet di assenti continua a piovere sulla nostra democrazia. Le idee potrebbero avere bisogno di un ripristino urgente. E chi se ne deve occupare, ora? I sogni di riforma o le promesse mai mantenute? Forse entrambi assisteranno a un gelato insieme nei corridoi del Palazzo.
In sintesi, la carriera politica potrebbe usare una sterzata, non in direzione di nuove battute comiche, ma di idee concrete e di presenza attiva. Un fresco rinnovamento è possibile, ma il cammino è irto di sfide — e saremo noi a doverlo tracciare, a meno che non vogliamo accontentarci di qualche altro gelato e della prossima standing ovation.