Vinitaly: le promesse dei funzionari europei su dazi, burocrazia e nuove tendenze salutistiche

Vinitaly: le promesse dei funzionari europei su dazi, burocrazia e nuove tendenze salutistiche

L’Europa ha deciso di allungare una mano verso l’Italia e i suoi illustri produttori di vino, o almeno così recita il messaggio che trapela dalla seconda giornata del Vinitaly, con la presenza di due commissari europei — un evento che, curiosamente, si presenta come una rarità piuttosto che come un’abitudine. Con i riflettori puntati sui commerci e sulle politiche agricole, il dubbio sorge: siamo davvero sommersi da opportunità o solo da promesse vuote?

Dazi e Paradossi

Temi in agenda? Non mancano, a partire dai <dazi>> imposti dall’ex presidente americano Trump, un argomento che fa sorgere più di una perplessità. Il continuo battibecco tra Europa e Stati Uniti sembra quasi una soap opera: «Non colpiamo il vino come alimento, ma il suo abuso» ripete a tamburo battente il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Una frase che, sebbene possa evocare una sorta di pietà per il vino, non fa altro che celare l’incapacità di affrontare un problema più profondo.

Il Piano Fantastico

Il commissario lussemburghese Christophe Hansen ha preso la palla al balzo per presentare il suo tanto atteso “Wine Package”. Si promette di supportare il settore vinicolo europeo con un gruppo di lavoro che, a quanto pare, ha già pronte proposte che possono “entrare immediatamente in vigore”. Ma cosa significa realmente “immediatamente”? Gli anni passati di burocrazia ci insegnano che il significato può essere piuttosto elastico.

La Magia della Burocrazia

Quali sarebbero queste “proposte” magiche? Si parla di estendere la validità per le <autorizzazioni al reimpianto> a otto anni — un sogno che potrebbe rivelarsi un’illusione per i vignaioli. E non dimentichiamo le nuove norme che gli Stati membri potranno finalmente imporre per regolare l’offerta di uva. Non ci si sente un po’ in un circo, dove ogni giocoliere ha in mano una palla diversa? E il gran finale prevede un’analisi delle etichette, per alleggerire i costi dei produttori. Ma attenzione: il risparmio si tramuta raramente in efficienza reale.

Una Strada In salita

In mezzo a questa danza di proposte, rimane il quesito cruciale: come si prevede di affrontare i dazi che continuano a danneggiare il mercato? La risposta è avvolta nella nebbia, proprio come il destino di molte promesse fatte nel passato. Si potrebbe pensare che l’Unione Europea stia cercando di rimediare a scelte sciagurate, ma la realtà è che i confini tra le azioni proposte e le azioni reali sono ancora nebulosi.

Possibili Soluzioni o Sogni Irrealizzabili?

Quindi, quali potrebbero essere le soluzioni? Forse un approccio più critico nei confronti della burocrazia. O più trasparenza nella comunicazione di intenti. L’ironia risiede nel fatto che, nonostante tutto, ci si aspetta che la soluzione possa arrivare quasi per osmosi, mentre nella pratica ci troveremo a vivere con le medesime problematiche. Una condizione di stallo che meriterebbe un’analisi più sincera e meno politicamente corretta.

Il quadro attuale è affascinante, non trovate? Da un lato, agricoltori e consumatori di entrambe le sponde dell’oceano si ritrovano in un contesto di calo dei consumi, particolarmente del vino rosso. Dall’altro, il commissario sembra promettere un intervento, parlandoci di riduzione delle barriere ai mercati, nonché di nuove opportunità per i produttori europei. Ma ci chiediamo: perché ora, e perché questa urgenza se i consumi stanno calando? Come se la crescita dei mercati potesse avvenire per magia!

Una Contraddizione Sconcertante

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in videocollegamento, avverte contro dazi sul whisky, avvertendo che tali ritorsioni potrebbero generare un effetto a catena contro il vino. Ma, in fondo, non è curiosa questa sua proposizione? Si parla di apertura dei mercati, mentre lui avanza l’idea di non alzare barriere. È un po’ come voler entrare in una porta chiusa con un sorriso e sperare che si apra magicamente!

Vino e Salute, ma Con Un Tocco di Ironia

Intanto, Olivér Varhely scruta il mondo del vino con entusiamo. La domanda sul vino rosso e la sua salubrità riflette un’assurda contraddizione: se fa bene, perchéppure ci sono proposte sul Nutriscore che potrebbero penalizzarlo? Il ministro Lollobrigida cerca di rassicurare: «Una dieta equilibrata allontana e non favorisce le malattie». Ma che significa davvero “equilibrata”? Non è che vogliono farci credere che bere vino possa essere parte della soluzione mentre lo tagliano fuori da ogni discussione? Il suo discorso ci lascia con un senso di ambiguità.

Longevi e Allegri: Qual è il Segreto?

Il ministro chiude l’incontro enfatizzando la stessa narrativa che accompagna il vino: l’italiano che vive più a lungo grazie al nettare degli dei. Ma cosa significa per le future generazioni che potrebbero non avere il vino da bere? Sarà una risorsa sempre più rara, o solo una gloriosa storia da raccontare?

Insomma, si parla di ovvi problemi da affrontare, ma ci si illude che il semplice sorriso e l’applauso del pubblico possano risolvere le questioni concrete. Le promesse di rinascita del settore vinicolo sembrano oscillare tra retorica e speranza. Non è una questione di vino, ma di una narrazione che fatica a mantenere il passo con la realtà.

Possibili Soluzioni: Un Brindisi alla Sarcastica Speranza

Forse, dovremmo iniziare a pensare a misure più concrete e meno promesse vuote. Magari meno teorie sul benessere e più piani d’azione. E se la Commissione europea si concentrasse realmente su soluzioni pratiche? Ma chissà, magari ci toccherà aspettare il prossimo calice di vino per ottenere risposte più chiare. Brindiamo alla speranza, per quanto possa sembrare distantemente ironica!

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