Dieci metri di distanza. Un’immagine simbolica che racchiude l’incontro mancato tra Giuseppe Conte e Rita De Crescenzo. Sorridenti l’uno accanto all’altra, ma in un reality distorto dove i celebri mondi del politico e dell’influencer si toccano solo per un attimo, finendo ridotti a un’istantanea generata dall’IA e postata sui social. La tiktoker, in cerca di visibilità, afferma di volere una stretta di mano con il leader del M5S, ma alla fine la scena si chiude con una piccola contestazione che la spinge a scomparire. «Questi mi hanno aggredita», dichiara indignata, ma vale la pena chiedersi, chi l’ha aggredita veramente? La stampa o il suo stesso bisogno di attenzioni?
Un fulmineo “show”
Scortata da una famiglia attenta e da un bodyguard dalle dimensioni notevoli, la De Crescenzo si immerge in via Statuto. Qui inizia il suo show: «Sono qui come mamma, donna, femmina e per lo stop alle armi», proclama. Ma quale è il messaggio se non quello di un’opportunità di visibilità in una manifestazione affollata? Quando i cronisti le pongono domande più “scomode” riguardanti la politica, lei è evasiva: «Vicinanza particolare col M5S? Con nessuno. Però una proposta è arrivata, non posso dire ancora». Parole che risuonano vuote e prive di concretezza, quasi un tentativo di tener alta l’attenzione senza mai prendere realmente posizione. Ma a pensarci bene, non sarebbe stato più opportuno riflettere su ciò che significa veramente “fare politica”? Se fosse un ministro, proclama con spavalderia, sarebbe quello del Turismo, perché chiaramente l’immagine è tutto.
Ricordi di un passato che torna
Cambiamo scena. Mentre il corteo avanza, Rocco Casalino risplende di entusiasmo. Il suo richiamo, «Roccooo…», risuona tra il popolo grillino che lo acclama come un eroe. Non ricorda un’affluenza simile da quando, nel 2013, si celebrava un sogno che ora sembra lontano. Ma è davvero un successo quando afferma: «Potevamo optare per piazza San Giovanni, perché abbiamo superato i 100 mila presenti»? Parole che si contraddicono alla luce della debolezza politica attuale. Applausi e selfie si mischiano in una danza di nostalgia per giorni che, ragionando bene, sono poco più di un miraggio.
Tra promesse e realtà
Qui emerge una riflessione profonda: cosa significa davvero la partecipazione di massa se non viene tradotta in azioni concrete? I festeggiamenti giustificano un impegno collettivo che si perpetua in un ciclo di promesse non mantenute? La situazione attuale ci insegna che quello che manca è un vero dialogo tra i cittadini e i loro rappresentanti, e non solo una sfilata di facce note. La contraddizione di fondo rimane: da un lato un’apparente vitalità e dall’altro una mancanza di realizzazione palpabile.
Possibili soluzioni?
Riflessioni quasi amare, accompagnate da un filo di ironia, ci portano a considerare: è possibile che questa continua ricerca di approvazione e visibilità possa finalmente trasformarsi in qualcosa di concreto? Magari, se i nostri «leader» decidessero di abbandonare l’apparenza e impegnarsi in azioni tangibili, potrebbero accogliere un vero rinnovamento. E se ci pensassimo un attimo? Forse, elaborare un piano serio sarebbe un modo meno “superficiale” di partecipare alla politica. Un’idea, magari, a cui riflettere è davvero fondamentale.