Verona. Dopo un breve soggiorno al congresso della **Lega** a **Firenze**, il presidente della **Regione Veneto**, **Luca Zaia**, si sposta a **Verona** per partecipare all’inaugurazione di **Vinitaly**. Qui l’atmosfera è elettrica, peccato che le parole pronunciate siano cariche di quella tipica preoccupazione per i **dazi**. È curioso come il **vino** veneto, così legato all’export, stia ora invocando una risposta “compatta” dall’**Unione Europea**; come se la nostra economia non dipendesse già da anni dalle stesse promesse.
Il Paradosso della Panacea
Zaia sottolinea che questo governo può diventare un “vero pontiere” tra **Europa** e **Usa**. Perché non abbiamo già visto, in passato, quanto sia difficile costruire ponti che non crollino alla prima tempesta politica? Anche i **vinai** hanno i loro vincoli, non solo nel **mercato**, ma anche nelle promesse fatte in merito all’export. Eppure, la retorica si ripete, come un buon vino che all’inizio colpisce e poi delude.
Una Ridondante Incertezza
Quello che è interessante è il modo in cui tali eventi vengano utilizzati per mostrare una facciata di unità e determinazione. Ma chi crediamo di ingannare? Questa “unità” è spesso solo una parola affascinante gettata contro le incertezze globali, senza concretezza dietro. **Vinitaly** è un palcoscenico, ma le reali decisioni, quelle che cambiano il destino di quanti dipendono dal **vino veneto**, non avvengono qui, ma nelle stanze chiuse delle **istituzioni**.
Cosa Serve Davvero?
In quest’ottica, le domande si fanno impellenti: “Cosa serve realmente?” Risposte chiare e misure valide, probabilmente più incisive delle belle parole pronunciate in un evento celebrativo. L’immagine raggiante del **vino** veneto può rapidamente svanire in un calice riempito di incertezze commerciali. Al di là delle promesse, serve un approccio che rispecchi le reali necessità di chi lavora nel settore.
Possibili Soluzioni
Ecco alcune soluzioni a questa impasse, presentate con un pizzico di ironia: perché non unirsi tutti in una cooperativa di produire vino e chiudere le frontiere? O, magari, tornare a monopolizzare i mercati internal, riempiendo gli scaffali locali con eccellenze vino-venete felici di rimanere a casa? Ma in fin dei conti, nella continuità di questo racconto, la vera soluzione sembra essere quella di trovare il giusto equilibrio tra aspirazioni e realtà. Un po’ di concretezza, insomma, non guasterebbe mai.