Benevento si propone per il titolo di Capitale della Cultura 2028: Mastella annuncia l’inizio del progetto, valorizzando identità e tradizioni locali.

Benevento si propone per il titolo di Capitale della Cultura 2028: Mastella annuncia l’inizio del progetto, valorizzando identità e tradizioni locali.

È curioso come una città come Benevento, noto per le sue bellezze storiche ma talvolta dimenticata dalle grandi narrazioni culturali, si candidi a diventare la Capitale della Cultura 2028. Il sindaco Clemente Mastella e l’assessore alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini ci rassicurano che l’obiettivo è promuovere i valori identitari legati al patrimonio culturale e alla tradizione. Tuttavia, chiediamoci: ci sono concrete prospettive, o si tratta solo di un altro annuncio pomposo?

Un processo “virtuoso”? Ma di quale virtù parliamo?

Secondo i nostri illustri candidati, nei prossimi giorni verranno presentate linee di indirizzo per un “processo virtuoso e dinamico” di partecipazione pubblica. È inevitabile pensare: a cosa serve una “partecipazione” che rischia di diventare una mera formalità? La retorica della coesione e convergenza di idee suona meravigliosa, ma nella pratica, è una lotto di resistenza contro il sistema burocratico che facilmente annienta anche le migliori idee.

Crescita qualitativa: sogni o realtà?

Si promette una crescita qualitativa e innovazione metodologica, ma quando ci si ritrova di fronte a file interminabili per un semplice permesso o a progetti mai decollati, viene da pensare che le parole suonino come una melodia senza alcun accompagnamento. Qual è il piano per attrarre gli investimenti nei settori culturali e creativi? Esiste realmente una strategia, o è solo un tentativo di abbellire un quadro altrimenti grigio?

La realtà dei flussi turistici

Il richiamo agli incrementi di flussi turistici richiede un’analisi onesta. Chiediamoci: cosa offre realmente Benevento per attrarre turisti? Certamente, le bellezze ci sono, ma la capacità di comunicare e promuovere adeguatamente tali attrattive è una sfida che, fino ad oggi, è stata spesso evitata. Promette bene a parole, ma come si tradurrà tutto ciò in azioni concrete?

Strategie e sogni in bilico

Richiami all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU potrebbero sembrare ambiziosi, ma non dimentichiamo che si tratta di un bellissimo palcoscenico. Le intenzioni sono sacrosante, ma perché ci sono troppe realtà che dimostrano che la distanza tra piano e attuazione è spesso abissale?

In conclusione, cari lettori, la candidatura di Benevento è un’opportunità ghiotta per riflettere: iniziamo a chiedere come si intende passare dalle parole ai fatti. Gli obiettivi possono essere nobili, ma la storia ci insegna che la vera sfida risiede nella **realizzabilità delle promesse**. Possibili soluzioni? Creare un dialogo reale con gli attori locali, investire in progetti concreti, e infine abbandonare le inutili giaculatorie in favore di azioni che parlino. Perché, si sa, le belle parole possono anche riempire vuoti, ma il cambiamento vero ha bisogno di ben altro.

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