La bretella Avigliana-Orbassano, i sindaci dicono no: usate quei soldi per completare la Linea 1, le priorità sono altre

La bretella Avigliana-Orbassano, i sindaci dicono no: usate quei soldi per completare la Linea 1, le priorità sono altre

«In un contesto dove si destinano ingenti risorse per nuove opere senza alcuna certezza sui tempi di realizzazione, la situazione di Torino e della sua area metropolitana continua a rispecchiare la scarsa attenzione per il trasporto pubblico. Quest’ultimo, infatti, resta del tutto inadeguato a soddisfare le esigenze dei cittadini», così esordiscono i sindaci, non certo a caso, sotto il megafono delle loro perplessità.

Prediche e promesse

Questa volta, però, a esprimere perplessità sulla nuova bretella Avigliana-Orbassano non sono solo i noti sindaci No Tav della Val di Susa, ma anche altri colleghi dell’hinterland torinese. Il sindaco di Rivoli, Alessandro Errigo (PD), insieme a Sergio Muro, primo cittadino di Rivalta, si chiedono: «È davvero questa la priorità per il territorio?». Eppure non si dichiarano «pregiudizialmente contrari» alla nuova opera; anzi, chiedono al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di occuparsi prima delle esigenze attuali.

Le ombre dei fondi

I sindaci fanno notare che dei 3 miliardi previsti per la bretella, un miliardo proviene dal fondo destinato al trasporto rapido di massa, lo stesso che dovrebbe finanziare la metropolitana di Torino. È divertente, se non fosse tragico, notare come il vicepremier nonostante qualche rassicurazione relativi ai 26 milioni di euro mancanti per il completamento della Linea 1 verso Cascine Vica, abbia chiarito che le risorse per acquistare i treni non ci sono e tantomeno i 311 milioni di euro necessari per raggiungere il centro di Rivoli. E chissà la fantomatica Metro 2, forse in un’altra vita!

Per l’amor del cielo, la priorità!

«In questo scenario — sottolinea Errigo — appare paradossale destinare 3 miliardi a un’infrastruttura la cui utilità per il trasporto pubblico è tutta da dimostrare». Quasi come dire: cosa ci stiamo perdendo? Continuiamo pure con la progettazione della bretella, ma prima di buttare soldi in nuove opere, perché non completare quelle già avviate e nella reale necessità dei cittadini?

Un vuoto di diciassette anni

Più critici sono il sindaco di Avigliana, Andrea Archinà, e quello di Caselette, Pacifico Banchieri, presidente anche dell’Unione montana Valle di Susa, che si lamentano per un’accelerazione «sulla convalida del progetto definitivo dopo ben tredici anni». Sette opposti mondi di esigenze, è evidente, nelle stanze del potere.

In un panorama dove le promesse si accavallano, risulta quasi divertente pensare che il trasporto pubblico dovrebbe davvero avere la priorità. Ma qual è, in sostanza, la vera soluzione a questa spirale di indecisioni e progetti rimasti nel limbo? Ristrutturare ciò che già esiste e mettere un punto fermo sull’efficienza pare irreale in un contesto simile. Certo, domani di nuove opere potremmo riparlare, ma forse intanto si potrebbe iniziare a considerare di non promettere quello che non si può fornire. E così, tra una bretella e l’altra, si continua a rimanere impantanati in una rete di contraddizioni. Chi avrà il coraggio di dire basta?

Soluzioni possibili? Magari iniziare a investire in ciò che esiste già, tirare la linea per una vera riforma del trasporto pubblico, o forse — e questo è un sogno — smettere di affidarsi a piani che rimangono solo sulla carta. Ironia della sorte, sembrerebbe chiedere troppo in un sistema dove le promesse sono frequentemente un miraggio, mentre i bisogni dei cittadini restano a decantare nel limbo delle intenzioni mai realizzate.

È straordinario come un progetto di trasporto urbano possa provocare così tanto malcontento e confusione tra i sindaci. I presunti progressi nella mobilità dell’area metropolitana torinese sembrano più un gioco di parole che un autentico piano strategico. È evidente che l’insoddisfazione monta, soprattutto con la mancanza di risorse per completare le linee della metro. È un po’ come promettere dolci senza mai aprire la scatola, giusto?

Un dialogo interrotto?

Il sindaco di Rivoli, Muro, si è lamentato di un’interruzione “unilaterale” del dialogo con i promotori del progetto. In effetti, è fondamentale che enti locali e cittadini possano avere spazi di confronto, ma col silenzio calato come un velo, si palesa un interrogativo: dove sono finiti i famosi tavoli di discussione? Gli incontri sono stati sostituiti da comunicati e promesse vuote?

La mobilità non è un’opzione

Il sindaco di Villarbasse, Eugenio Aghemo, ha espresso la sua preoccupazione. Il discorso è chiaro: senza un completamento delle opere essenziali, l’idea di una mobilità fruibile per le esigenze del nostro territorio rimane un sogno. Sembra quasi che i piccoli comuni stiano implorando di essere collegati con le grandi città, ma chi ha tempo per ascoltare?

Priorità, priorità, dove sei?

I sindaci della zona Ovest chiedono una revisione delle priorità infrastrutturali. Investire le risorse disponibili dove servono è, ovviamente, un concetto che può sembrare logico, ma quale logica guida le decisioni? Cominciare dalle linee Metro 1 e 2 è un buon esempio, ma rimane da vedere se queste richieste saranno mai prese sul serio. La speranza è un buon paletto, ma ci si chiede se ci saranno mai benefici concreti per la collettività, o se tutto questo sia solamente un altro capitolo di una storia infinita.

In definitiva, sembra che ci si muova in cerchio: le discussioni si accavallano, le risorse rimangono bloccate e i progetti si accumulano polvere. Chissà se un giorno riusciremo a vedere qualcosa di concreto, magari accompagnato da un sorriso e non da un discorso vuoto. Se solo ci fosse una strategia chiara! Ma forse è chiedere troppo.

Possibili soluzioni?

La risposta potrebbe risiedere nel rivedere le decisioni da parte di chi realmente conta. O forse potrebbe bastare un po’ di buon senso e dialogo reale, senza interruzioni unilateralmente decise. E se ciò non bastasse, beh, possiamo sempre contare sul potere della buona volontà, che a quanto pare è l’unico cantiere che funziona senza fine.

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