Giorni bui per la provincia di Cagliari. Ma come si penserà di rimediare alla scomparsa delle “tasse sulla famiglia” o “focatico”? Sì, proprio quella tassa che ha fatto parte del nostro inutile passato. Invece, chi ride sono i fanatici dei cani a Codigoro, finalmente liberati dall’obbligo di una tassa sul possesso di cani. Questo è solo un assaggio delle follie che stanno emergendo da un’operazione che vuole abrogare leggi pre-repubblicane risalenti al periodo tra il 1861 e il 1946, un dettagliato pacchetto che il Senato si accinge a votare.
Un Testo Unico che è già iniziato a ricevere il benestare dalla Camera dei deputati: si parla dell’addio a oltre 30.000 decreti e atti normativi, una vera e propria collezione di **reliquie burocratiche** che sopravvivono nel nostro ordinamento. Ci si stupisce di quanto sia tangibile e assurda la **mancanza di senso** in questo netto tentativo di rinnovamento, considerando che l’operazione dovrebbe concludersi nel 2025.
Le leggi che verranno eliminate, sebbene ridicole oggi, avevano un impatto all’epoca. Per esempio, il regio decreto che permetteva Vicenza di imporre dazi sul trasporto di vini, o quello del 1889 riguardante la tassa sul bestiame a Roma. E non dimentichiamoci del decreto che consentiva al comune di Massa di **pretendere taxa di pedaggio** sui marmi! Come se questi arcaici strumenti legislativi avessero ancora un senso nell’era della digitalizzazione.
Esistono ancora leggi antiche in molti ambiti. Ad esempio, il regio decreto del 1882 che permetteva al comune di Porretta di chiamarsi “bagni della Porretta”, o quello che definiva gli stipendi per i bidelli dell’Università di Siena. Insomma, la nostra storia legislativa è un vero e proprio **museo dell’assurdo**. Prendiamo il decreto luogotenenziale del 1915, ancora in vigore, che riguardava **deroghe al lavoro** delle donne e dei bambini. Altro scandalo!
La relazione tecnica allegata al provvedimento in esame al Senato descrive un **ingente stock normativo** ancora da eliminare, con ben 204.272 atti creati dal 1861 fino al 2023, di cui 94.062 sono già stati abrogati. La situazione è grave e ridicola allo stesso tempo.
Infatti, nel corso delle due guerre mondiali, migliaia di decreti-legge venivano partoriti a un ritmo vertiginoso, proprio come se il governo non avesse altro di cui preoccuparsi. Anche con questi dati, l’idea di abrogare gli atti che hanno esaurito la loro utilità appare come una **gigantesca presa in giro** per i cittadini. Ci sono ancora categorie di leggi etichettate come “difficili da abrogare” e quindi lasciate a marcire nel nostro ordinamento.
Ricordiamoci che il termine “ghigliottina” è stato usato più e più volte per descrivere purghe legislative nel corso degli anni. Nonostante tutto, nel 2009 è stato approvato un “decreto salva leggi” che ha protetto circa 3.300 leggi considerate “indispensabili”, in un’operazione che lascia solo **frustrazione**. Se pensiamo che dal 2008 sono stati abrogati migliaia di atti normativi, la follia diventa evidente.
Insomma, siamo qui a ripulire, ma solo in parte, un galoppante accumulo di leggi obsolete. La vera domanda che ci si pone è: ci sarà mai una **vera riforma**? E chi crede che questi cambiamenti significativi possano apportare una vera *rivoluzione*? Se qualcuno mai pensasse di mettervi mano come si deve… ma ahimè, resterà solo un **sogno**!