La situazione non possa peggiorare, ecco che qualcuno arriva con un piano geniale per fare esattamente questo. La premier si vanta di una riforma che promette una continuità senza precedenti e una Italia che diventi più forte e competitiva, ma chi crederebbe a una simile retorica in un paese che ha visto 68 governi in appena 79 anni di storia repubblicana?
La presidente del consiglio, con una sicurezza che rasenta l’assurdo, afferma che la riforma del premierato restituirà ai cittadini il potere di scelta e garantirà tempo ai futuri governi per realizzare i loro mandati. Non ci ha ancora spiegato come ciò avverrà, ma promettere un’Italia più autorevole mentre i cittadini continuano a subire le conseguenze della precarietà politica sembra un gioco di prestigio. La Meloni sottolinea che il suo governo è entrato tra i cinque più duraturi della storia italiana. Che risultato straordinario, vero? Un governo che non ha fatto altro che proseguire la sua strada in un mare di promesse non mantenute. 63 posizioni risalite in un universo di incompetenza profonda.
Dopo due anni e mezzo di governo, la premier afferma di avere ancora il consenso della maggioranza dei cittadini. Ma chi li ha mai consultati? I cittadini sono stanchi, confusi e frustrati da un sistema che promette continuamente cambiamenti senza mai concretizzarli. La maggioranza si dice «coesa», ma cosa significa in un contesto politico dove le parole non corrispondono mai ai fatti?
E ora, cosa possiamo aspettarci come “possibili soluzioni”? Se mai qualcuno avesse la decenza di ascoltare le effettive esigenze di chi vive quotidianamente nel vero caos di ruolo politico e economia assente, forse potremmo sperare in qualcosa di migliore. Ma in un clima di promesse vuote, è solo tempo sprecato.
