Affitti da rapina per la Design Week: Milano diventa un parco giochi per ricchi, a spese di tutti gli altri

Affitti da rapina per la Design Week: Milano diventa un parco giochi per ricchi, a spese di tutti gli altri

Quando pensi che il caro affitti abbia già toccato il fondo, arriva la Milano Design Week a scavare un nuovo abisso. Altro che creatività e innovazione: 1.200 euro al giorno per dormire nel Quadrilatero della moda non è un’idea geniale, è un insulto alla decenza. Per una settimana, la città si trasforma in una Disneyland per miliardari, e il resto del mondo può tranquillamente arrangiarsi. Se sei un semplice cittadino, fuori dai piedi: Milano non è per te.

Il grande circo degli affitti: chi può pagare resta, gli altri si levino

TortonaBreraCentro StoricoPorta Romana: i nomi sono gli stessi, ma il prezzo è triplicato. Un alloggio da quattro posti letto ti costa 4.566 euro in media, praticamente un mutuo settimanale. In via Tortona si arriva a 3.920 euro, mentre nel Quadrilatero della moda si sfiora l’assurdo con 8.400 euro. A questo punto tanto vale chiedere anche un rene in cauzione.

Ma tranquilli, c’è chi ci guadagna: proprietari felici di speculare sull’emergenza abitativa e agenzie che cavalcano l’onda del “lusso temporaneo”. Il tutto condito da un’insopportabile narrativa sulla “vivacità culturale” dell’evento. Cultura? Qui si parla solo di profitto.

Il trionfo della rendita parassitaria travestita da economia creativa

Dietro le quinte della Design Week, il copione è sempre lo stesso: domanda internazionaleofferta selettiva, e una città che si piega al dio denaro. I “fortunati” padroni di casa affittano per 7 giorni e si pagano le spese per un anno. Il resto dell’anno? Le case restano vuote o inutilizzabili, mentre chi lavora a Milano cerca una stanza decente come un miraggio nel deserto.

A Isola “si spende poco”: solo 3.220 euro. A Porta Romana si sale oltre i 4.000, perché evidentemente anche l’abuso ha i suoi quartieri preferiti. In via Fogazzaro si toccano i 4.500 euro, probabilmente per avere il privilegio di dormire circondati da lampade di design.

Cintura urbana e Monza: la periferia come discarica dell’evento

Fuori dal centro il delirio continua, ma con meno glamour. A Rho, sede del Salone del Mobile, si arriva a 2.450 euro a settimana. Un prezzo “contenuto” solo se sei abituato a trattare in lingotti d’oro. E poi c’è Monza, dove almeno il buonsenso ha fatto capolino: la domanda cala, gli affitti scendono da 2.490 a 1.570 euro. Una cifra ancora folle, ma nel manicomio generale, pare quasi ragionevole.

I cittadini? Fastidiosi effetti collaterali dell’economia dell’evento

Mentre i prezzi volano, chi a Milano ci vive davvero viene cacciato a suon di sfratti, rinnovi impossibili e prezzi fuori controllo. Le case diventano bancomat per pochi eletti, e i residenti? Una specie in via d’estinzione. Chi cerca casa in quei giorni può solo sperare in un miracolo… o un divano da amici (se non sono già su Airbnb anche loro).

“Offerta selettiva” è il nuovo modo per dire “chi è povero resti fuori”

Dietro questi numeri c’è una strategia chiara: trasformare la città in un prodotto di lusso, accessibile solo ai clienti giusti. Il turismo dell’evento diventa la scusa perfetta per una politica abitativa che ignora completamente chi ha bisogno di vivere stabilmente a Milano. Ogni anno, le stesse promesse di regolamentazione. Ogni anno, la stessa farsa.

Possibili soluzioni? Ahahah, certo: se qualcuno si svegliasse dal coma istituzionale

Si potrebbe imporre un tetto agli affitti temporanei. Si potrebbero incentivare i contratti lunghi. Si potrebbero, persino, tutelare i residenti. Ma finché l’unica cosa che interessa è spremere ogni centesimo da ogni metro quadro, non succederà nulla. Milano continuerà a vendersi al miglior offerente, mentre chi non può permettersela sarà invitato, gentilmente, a farsi da parte.

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