Twitter-X sotto indagine a Milano per evasione fiscale: contestati 12,5 milioni di euro di Iva non versata

Twitter-X sotto indagine a Milano per evasione fiscale: contestati 12,5 milioni di euro di Iva non versata

L’indagine della Guardia di Finanza e il ruolo dell’Agenzia delle Entrate

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha concluso un’indagine fiscale nei confronti di Twitter, ora noto come X dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk. L’inchiesta, chiusa nell’aprile 2024 ma resa nota solo oggi, riguarda un mancato versamento dell’Iva per un totale di 12,5 milioni di euro su annualità fino al 2022.

Nel gennaio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha notificato il cosiddetto “schema d’atto”, confermando la ricostruzione della Guardia di Finanza. Parallelamente, la Procura di Milano, con il PM Giovanni Polizzi, ha aperto un’indagine per evasione fiscale, contestando una dinamica simile a quella già oggetto di un’inchiesta su Meta.

La contestazione: il nodo fiscale delle piattaforme digitali

Il focus dell’indagine riguarda la presunta evasione dell’Iva legata alla natura del servizio offerto dalla piattaforma. Secondo gli inquirenti, l’iscrizione gratuita degli utenti su Twitter-X, in cambio della cessione dei propri dati e della loro profilazione a fini pubblicitari, costituirebbe una permuta tra beni differenti, quindi soggetta a tassazione. Questo modello di business è comune tra i giganti del web, spesso accusati di strategie fiscali aggressive che permettono loro di minimizzare il pagamento delle imposte spostando i profitti in giurisdizioni con tassazione agevolata.

Un problema fiscale ereditato dalla precedente gestione

L’inchiesta riguarda il periodo antecedente l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, avvenuta nell’ottobre 2022 per 44 miliardi di dollari. Dunque, le presunte irregolarità contestate fanno riferimento alla gestione precedente e non direttamente all’attuale proprietà. Tuttavia, la nuova amministrazione di X dovrà ora decidere se aderire alle richieste dell’Agenzia delle Entrate o contestare il provvedimento, avviando un contenzioso fiscale.

Prossimi passi e possibili scenari

Il social network ha tempo fino ad aprile per presentare le proprie osservazioni all’Agenzia delle Entrate. Se decidesse di non accettare la ricostruzione fiscale italiana, potrebbe avviare una battaglia legale, come già accaduto in altri casi analoghi con colossi della tecnologia. L’esito dell’indagine potrebbe rappresentare un precedente rilevante per la tassazione delle piattaforme digitali, con possibili ripercussioni anche su altri big del settore.

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