Più di 400 firme raccolte e un’intera comunità sul piede di guerra. A Fossa Creta, quartiere già martoriato da problemi ambientali e sanitari, i residenti si oppongono con forza all’installazione di un ripetitore Iliad in via Vincenzo Zaccà. Ma, come al solito, le decisioni vengono prese sulla pelle dei cittadini, senza ascoltarli.
Un quartiere usato come discarica tecnologica
Da anni Fossa Creta subisce un progressivo deterioramento ambientale, tra traffico incontrollato, rifiuti e inquinamento dell’aria. Ora arriva anche l’ennesima antenna, come se la salute dei cittadini fosse un dettaglio irrilevante. E non importa se ci sono residenti con patologie gravi, documentate da certificati medici: l’unica cosa che conta, per Iliad, è piantare il suo ripetitore, ovunque capiti.
Iliad sceglie il posto peggiore, i cittadini si ribellano
Il comitato spontaneo ha già presentato le firme, chiedendo all’azienda di cercare un’alternativa meno invasiva. Ma la risposta delle istituzioni? Silenzio assoluto. A nessuno sembra interessare che il quartiere sia già saturo di problemi. Eppure, anni fa, Vodafone fece marcia indietro, scegliendo un altro sito dopo le proteste. Iliad seguirà l’esempio o tirerà dritto, ignorando ogni voce contraria?
Salute contro business: indovinate chi vince
I residenti non sono contro la tecnologia, ma pretendono che la loro salute venga prima degli interessi economici. Il paradosso? Esistono aree alternative, meno impattanti, che garantirebbero la stessa copertura. Ma scegliere con criterio richiede ascolto e sensibilità, doti evidentemente assenti nei piani aziendali.
Soluzioni? Solo se qualcuno si degna di ascoltare
Il comitato propone di valutare un sito pubblico o privato alternativo, ma l’unico modo per farsi sentire è continuare la protesta. Lunedì mattina, le firme verranno consegnate a Iliad e all’amministrazione comunale. Saranno ascoltate o finiranno nel solito cassetto delle denunce ignorate? Intanto, i cittadini si preparano ad altre azioni, perché questa battaglia è appena iniziata.
