Leonardo Grottaglie: l’ennesima beffa per i lavoratori, trattati come pacchi postali

Leonardo Grottaglie: l’ennesima beffa per i lavoratori, trattati come pacchi postali

L’azienda decide, i sindacati protestano, i lavoratori subiscono

Quando pensi che il rispetto degli accordi sia una prassi aziendale consolidata, arriva Leonardo e dimostra il contrario. Dal 1° marzo 2025, alcuni lavoratori della Divisione Elettronica verranno spostati a Grottaglie con un diktat unilaterale che ignora clamorosamente le intese sottoscritte il 15 luglio 2022. Fim, Fiom e Uilm si oppongono, ma la direzione aziendale ha deciso: i dipendenti sono solo numeri da ricollocare.

Accordi firmati e subito stracciati: la vergognosa mossa di Leonardo

Secondo i sindacati, durante l’incontro del 3 febbraio 2025, l’azienda ha aggiornato i rappresentanti dei lavoratori sul piano di riorganizzazione, con un dettaglio inquietante: i trasferimenti si faranno, ma senza rispettare le condizioni pattuite. L’accordo del 2022 prevedeva che le delocalizzazioni sarebbero avvenute con assunzioni aggiuntive e garanzie occupazionali. Qualcuno ha visto nuove assunzioni? Ovviamente no.

Per peggiorare il quadro, le sigle sindacali avevano richiesto sopralluoghi congiunti per verificare sicurezza, servizi, layout degli spazi e condizioni della mensa e dei parcheggi. Risultato? Silenzio assoluto da parte di Leonardo. Ma il trasferimento, quello si fa.

Il trasferimento forzato: 200 lavoratori nell’incertezza totale

Le notifiche di trasferimento sono arrivate puntuali, il venerdì precedente, in perfetto stile burocratico. Nessuna considerazione per le criticità logistiche e organizzative. Il nuovo sito di Grottaglie? Non è nemmeno pronto: mancano ancora le infrastrutture di rete, il che significa che i dipendenti rischiano di ritrovarsi in un ufficio senza strumenti adeguati per lavorare. Dettagli, per chi comanda.

Dialogo inesistente: Leonardo chiude ogni confronto

Fim, Fiom e Uilm denunciano il comportamento arrogante della direzione, che ha ignorato ogni richiesta di confronto. L’accordo del 15 luglio 2022 prevedeva monitoraggi continui tra sindacati e strutture aziendali, ma evidentemente a Leonardo questi incontri risultano troppo impegnativi. Il piano industriale che verrà presentato a marzo potrebbe spiegare questa fretta improvvisa, ma di certo non giustifica una gestione così disastrosa della riorganizzazione.

L’ennesima crisi aziendale scaricata sui lavoratori

Il trasferimento non risolve un bel niente. Leonardo sta cercando di tamponare la crisi delle Aerostrutture, schiacciate dal crollo del programma Boeing, ma lo fa sulle spalle dei lavoratori. I dipendenti, come al solito, vengono trattati come merce di scambio, senza un minimo di considerazione per la loro vita lavorativa e personale.

Cosa succederà adesso?

Fim, Fiom e Uilm hanno annunciato assemblee con i lavoratori, che decideranno come rispondere a questo schiaffo. I sindacati sono pronti a bloccare i trasferimenti e hanno avvisato l’azienda: se emergono violazioni sulla sicurezza, verranno coinvolti gli enti ispettivi.

Insomma, se qualcuno pensava che nel 2025 le aziende avessero imparato a rispettare gli accordi e i lavoratori, ci ha pensato Leonardo a dimostrare che la strada dell’arroganza aziendale non passa mai di moda.

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