Quando pensi che l’ingenuità abbia un limite, ecco che arriva la truffa perfetta per dimostrarti che no, il pozzo della credulità è senza fondo. Qualcuno ha avuto la brillante idea di sfruttare il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto per spillare centinaia di migliaia di euro a imprenditori di alto profilo, raccontando una storia degna di un film di serie B: servono soldi per liberare giornalisti rapiti in Medio Oriente. E, incredibilmente, la gente ci è cascata.
Quando il telefono squilla e la logica va in vacanza
La truffa era semplice quanto devastante: una telefonata da un numero plausibile, il nome di Crosetto sussurrato con finta urgenza, la solita storia strappalacrime sui giornalisti in pericolo, un bonifico (o meglio, più bonifici) da cifre indecenti verso conti all’estero. Qualcuno si è visto sfilare un milione di euro così, senza fare troppe domande. Perché? Perché, a quanto pare, se un sedicente generale ti chiama e ti dice che l’Italia ha bisogno di te, il minimo che puoi fare è aprire il portafoglio e chiudere il cervello.
Crosetto interviene: forse era meglio prima
A un certo punto, persino Guido Crosetto ha dovuto metterci una pezza. Dopo aver ricevuto la chiamata allarmata di un imprenditore che chiedeva spiegazioni sulla presunta richiesta della sua “segreteria”, il ministro ha scoperto che qualcuno stava clonando il suo nome per derubare gli ingenui della finanza italiana. Non una, non due, ma almeno dieci volte. La sua reazione? Un post social per avvisare tutti. Peccato che, nel frattempo, i truffatori avevano già fatto festa con i bonifici spariti tra Inghilterra, Olanda e Hong Kong.
Un sistema rodato e una magistratura che insegue
La Procura di Milano ha aperto un’indagine per truffa aggravata, ma la realtà è che i soldi volati all’estero sono ormai difficili da recuperare. Gli investigatori cercano di bloccare le transazioni, mentre il copione della truffa si ripeteva con precisione chirurgica: prima la chiamata da un presunto segretario del ministro, poi la voce del finto Crosetto, infine i generali e gli “uomini in Iran” che necessitano di “un ulteriore sforzo economico”. Geniale, vero?
Il genio criminale contro la dabbenaggine imprenditoriale
A rendere tutto più grottesco è l’assurda mancanza di buon senso delle vittime. Possibile che nessuno abbia pensato di verificare? Possibile che chi maneggia milioni di euro sia così facile da raggirare? È più difficile farsi approvare un fido bancario da 5.000 euro che versare un milione su un conto estero sconosciuto senza fare una domanda. In un mondo dove la burocrazia ti blocca se sbagli un centesimo su una fattura, basta un telefono e una voce impostata per convincere certa gente a regalare cifre da capogiro.
Cosa possiamo imparare da tutto questo? Nulla, tanto succederà di nuovo
Ora che la truffa è stata smascherata, il circo delle dichiarazioni ufficiali è partito: “stiamo lavorando”, “si stanno facendo accertamenti”, “la magistratura indaga”. Nel frattempo, i soldi rubati probabilmente stanno già finanziando nuove frodi o acquistando ville in località esotiche. Il punto è che ci sarà sempre un nuovo schema per fregare gli ingenui con troppi soldi, e ci sarà sempre qualcuno pronto a crederci.