Poltronesofà e la “scontistica miracolosa”: l’Antitrust si sveglia (finalmente)

Poltronesofà e la “scontistica miracolosa”: l’Antitrust si sveglia (finalmente)

Quando pensi che il marketing non possa spingersi oltre nel prendere per sciocchi i consumatori, arriva l’ennesimo caso di “sconti” che sembrano usciti da una fiaba per bambini. Questa volta nel mirino dell’Antitrust c’è Poltronesofà, la celebre azienda di divani che, a quanto pare, ha fatto della promozione “a termine” un’arte ingannevole. Ma tranquilli, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di fare qualcosa. Sì, avete letto bene: qualcosa. Vediamo quanto durerà l’entusiasmo.

“Sconto imperdibile”… che non finisce mai

Chiunque abbia acceso la TV negli ultimi anni ha visto almeno una volta uno spot di Poltronesofà con l’ormai leggendario annuncio: “La promozione termina domenica!”. Un copione recitato con una frequenza tale da sembrare più un mantra aziendale che una reale scadenza. Il trucco? Semplice: gli sconti miracolosi pubblicizzati sarebbero calcolati su “prezzi pieni” che, nella pratica, non vengono mai applicati.

L’Antitrust ora sospetta che questo giochino abbia spinto i clienti a credere di trovarsi davanti a occasioni irripetibili, inducendoli ad acquistare divani con l’illusione di un risparmio colossale. Peccato che la “scadenza” degli sconti sembri avere la stessa serietà di un oroscopo del lunedì mattina.

Un’azienda allergica al prezzo reale

Il vero problema è che, secondo l’Autorità, Poltronesofà non fornirebbe in modo chiaro e trasparente le informazioni sui prezzi e sugli sconti pubblicizzati. In pratica, il consumatore viene bombardato con offerte allettanti senza che gli venga mai mostrato un prezzo di riferimento concreto. E così si finisce per comprare un divano convinti di aver fatto l’affare del secolo, quando in realtà il “prezzo scontato” è semplicemente il prezzo normale.

L’Antitrust si muove (e questa è già una notizia)

I funzionari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’aiuto della Guardia di Finanza, hanno persino effettuato un’ispezione nella sede dell’azienda. Sembra un film poliziesco, ma senza la parte dell’azione.Chissà quali “rivelazioni” hanno scoperto: forse montagne di cartelli promozionali con la scritta “Termina domenica!” da qui all’eternità?

E ora? Tutti in piedi ad applaudire o aspettiamo il solito nulla?

Ora l’istruttoria è partita, e come sempre il vero dubbio è: cambierà qualcosa? O vedremo ancora per anni gli stessi spot con gli stessi “ultimi giorni” che durano più di una telenovela sudamericana? Magari basterebbe imporre un semplice obbligo: se una promozione “termina domenica”, allora lunedì non deve più esistere. Troppo difficile?

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