retorica della grande occasione per l’Italia. Ma la realtà è ben diversa. Costi esplosi, devastazione ambientale, scandali politici e un’olimpiade che sembra più un bancomat per pochi che un evento per tutti.
L’ennesimo bluff: le Olimpiadi “a costo zero”
Ricordate quando nel 2018 Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti assicuravano che lo Stato non avrebbe speso un euro? Era tutto falso. Oggi i conti parlano chiaro: 3,4 miliardi di euro di soldi pubblici per infrastrutture e impianti, più 1,6 miliardi per l’organizzazione. E a pagarli non sarà certo il Comitato Olimpico Internazionale, ma i contribuenti italiani.
La farsa della sostenibilità
Nel dossier di candidatura la parola “sostenibilità” compare un centinaio di volte. Peccato che la realtà dica altro: 100 nuove opere tra strade, funivie, parcheggi e impianti che distruggono la montagna in nome dell’industria dello sci. Un disastro tale che è nato il Cio parallelo, il Comitato Insostenibili Olimpiadi, per denunciare il saccheggio del territorio.
Autonomia? Solo per i costi
Le Olimpiadi avrebbero dovuto valorizzare l’autonomia delle regioni coinvolte. Invece, quando si è trattato di pagare, la Regione Veneto ha passato il conto a Roma: il governo ha accettato e così la pista da bob di Cortina, inizialmente promessa a spese locali, è diventata un’altra voragine finanziaria nazionale.
Giochi per tutti? Solo per chi può permetterseli
Un’esperienza entusiasmante per tutti? Certo, a patto di poter sborsare da 260 a 2.900 euro per la cerimonia inaugurale, fino a 1.400 euro per la finale di hockey e 1.200 per il pattinaggio artistico. Volete un pacchetto con hotel? Servono fino a 25.000 euro per tre giorni. Un’olimpiade per pochi ricchi, altro che evento popolare.
Il grande spreco della pista da bob
Hanno giurato che la vecchia pista di Cortina sarebbe stata solo ristrutturata. Bugia. Era un rudere dal 2008 e ora la stanno ricostruendo da zero, con costi che sono passati da 46,8 milioni a 124,8 milioni di euro.
Il bello? Il Cio ha sempre detto che una nuova pista non serviva. L’alternativa di usare l’impianto esistente di Innsbruck sarebbe costata una frazione, ma Salvini ha deciso che “le Olimpiadi devono essere italiane” (cioè costare il triplo).
Foreste abbattute, ma per Zaia non esistevano
Per fare spazio alla pista, hanno abbattuto 560 larici centenari. Per il presidente Zaia? “Saranno piantati diecimila nuovi alberi.” Peccato che il bosco di Ronco fosse documentato da più di 160 anni.
Fondazione Milano Cortina: scandali e furbate
La Fondazione che organizza i Giochi dice di non dipendere dai soldi pubblici. Poi lo Stato gli versa 50 milioni in Finanziaria. Intanto, un’inchiesta per corruzione coinvolge l’ex CEO Vincenzo Novari e perfino il governo Draghi si è sentito in dovere di correre in soccorso con una legge “interpretativa” per salvare i dirigenti dal diritto pubblico. Autonomia, ma solo per evitare controlli.
Ritardi ovunque, ma tranquilli: non servono le Olimpiadi per finire le opere
Alla fine il 90% delle opere non sarà pronto per il 2026. E non parliamo di dettagli: strade, varianti, circonvallazioni e infrastrutture chiave saranno ultimate anni dopo i Giochi. La variante nord di Cortina? Finita nel 2031. Il tunnel di Ponte di Legno? 2029. La variante di Longarone? 2028.
Più che un’eredità olimpica, una collezione di cantieri eterni.