Nel cuore del quartiere San Leonardo, a due passi da farmacie, negozi e bar, c’è un edificio che non dovrebbe esistere. Non perché sia un miraggio, ma perché in qualsiasi città civile sarebbe stato abbattuto o riqualificato da almeno vent’anni. E invece eccolo lì, la famigerata “casa verde”, un tempio del lassismo istituzionale, un rifugio per spacciatori, tossicodipendenti e ladri, un incubo quotidiano per chi ancora tenta di vivere e lavorare in questa zona.
La casa dell’orrore: droga, furti e violenza a cielo aperto
I residenti non ne possono più. Ogni sera lo stesso copione: chi si droga di giorno in strada, di notte si rifugia dentro. E quando esce, spesso lo fa per scassinare negozi e appartamenti, regalando al quartiere una nuova dose di paura. “Siamo stanchi”, dicono i commercianti, che ogni mattina si ritrovano a fare i conti con vetri rotti, tentativi di furto e sporcizia ovunque.
E non è che nessuno sappia cosa succede lì dentro. I tossici bivaccano nei pressi della farmacia, si scaldano nei distributori, si muovono tra via Trento, via San Leonardo e via Brennero come fantasmi di un sistema marcio che finge di non vederli. La casa abbandonata al civico 65 non è solo un riparo per disperati: è un acceleratore di illegalità, una fucina di insicurezza, un centro nevralgico di tutto ciò che non funziona in questa città.
Vent’anni di nulla: la vergogna dell’immobilismo
Non è sempre stata così. Nel 2021, quando il degrado era già evidente, la “casa verde” era stata occupata da famiglie in emergenza abitativa. Lo Stato aveva risposto con la sua arma preferita: la forza. Sgombero immediato, grande spiegamento di polizia, manco fosse un covo terroristico. Poi? Il nulla.
La casa è rimasta lì, vuota e sempre più fatiscente, mentre il quartiere assisteva all’ennesimo tradimento delle promesse istituzionali. Nel frattempo, si sono sprecati annunci di riqualificazione, fondi stanziati (ma mai visti), progetti mai decollati. E l’unica cosa che è cresciuta sono le impalcature, abbandonate anche loro, testimoni di una riqualificazione che non è mai iniziata.
Perché nessuno interviene? La risposta che non avremo mai
La domanda è semplice: perché si permette che una simile bomba sociale resti lì indisturbata? Possibile che nessuno sappia chi deve intervenire? Comune, Regione, Stato, forze dell’ordine: il solito balletto di competenze che serve solo a prendere tempo e non fare nulla. Fino a quando?
I cittadini hanno imparato la lezione: se c’è un problema, ignoralo abbastanza a lungo e si risolverà da solo. O meglio, peggiorerà fino al punto di non ritorno.
Soluzioni? Certo, se mai a qualcuno venisse voglia di agire…
Le risposte sarebbero ovvie, se solo ci fosse la volontà di intervenire:
- Abbattere l’edificio o ristrutturarlo subito, senza perdere altri dieci anni in chiacchiere.
- Presidiare l’area, perché lasciare un luogo così al caso è una condanna per tutto il quartiere.
- Applicare le leggi esistenti: se un edificio è pericoloso, si sequestra e si interviene. Ma, si sa, qui le leggi valgono solo per i cittadini onesti, mica per il degrado.