Venerdì all’alba, come un ladro nella notte, Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta pubblica di scambio per conquistare Mediobanca. Ma la risposta da Piazzetta Cuccia non si è fatta attendere, ed è un sonoro “no” che risuona come una sberla: “Distruttiva di valore”, così il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ha definito l’operazione, ritenendola ostile, non concordata e contraria agli interessi dell’istituto.
Un’offerta che puzza di follia (o disperazione?)
Che senso ha un’offerta come questa? Secondo Mediobanca, nessuno. Il comunicato firmato da Alberto Nagel è chiaro: questa proposta non ha alcun razionale industriale e finanziario, è solo una mossa disperata che rischia di distruggere valore, piuttosto che crearlo. E non serve essere esperti di alta finanza per leggere tra le righe: Monte dei Paschi, con il suo passato ingombrante di crisi e salvataggi, sta tentando un azzardo che somiglia più a un colpo di teatro che a una strategia seria.
Mediobanca: un colosso che non si fa intimidire
Mediobanca non è certo l’ultima arrivata. La sua storia e il suo peso nel sistema finanziario italiano rendono l’offensiva di Mps una mossa che rasenta il paradosso. È come se il naufrago volesse salvare la nave. Piazzetta Cuccia, infatti, non solo rigetta l’Ops, ma lo fa con un comunicato che è un vero atto di accusa. Non c’è margine per trattative o compromessi: questa è una guerra finanziaria dichiarata, e Mediobanca ha appena lanciato il primo colpo.
Cosa c’è dietro il colpo di Mps?
Monte dei Paschi non naviga certo in buone acque. Reduce da bailout pubblici, problemi di governance e un modello di business che arranca, l’istituto senese sembra in cerca di una scialuppa di salvataggio. Ma puntare su Mediobanca è una mossa che molti definirebbero azzardata, se non autolesionista. Perché? Perché Mps ha bisogno di stabilità, di risanamento, non di lanciarsi in operazioni che rischiano di aumentare le tensioni e la sfiducia nel mercato.
Il futuro: scontro o accordo?
Per ora, lo scenario sembra chiaro: Mediobanca non intende cedere terreno. Ma cosa succederà? Mps insisterà, o questa mossa si rivelerà solo l’ennesima macchia in un curriculum già tormentato? Di certo, l’offerta ha già fatto discutere, gettando ombre sul futuro di entrambe le banche. E nel frattempo, chi paga davvero il prezzo di questi giochi di potere? Come sempre, i risparmiatori e il sistema economico nel suo complesso.