Che splendida novità: un incontro tutto zucchero e miele tra le imprese di Frosinone, il mondo dell’informazione e, naturalmente, le istituzioni. Il fulcro? Nulla di meno che un “alto valore di confronto”, ovvero tutti seduti attorno a un tavolo per parlare del sistema economico e del ruolo onnipotente che il settore produttivo svolge nello sviluppo territoriale. Ovviamente, con ospite d’onore il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, perché nulla dice “dialogo serio” come mettere al centro della scena chi detta l’agenda mediatica nazionale.
Non poteva mancare nemmeno Giuseppe Biazzo, il presidente di Unindustria, l’eroe delle imprese che salva, ogni giorno, il mondo capitalistico dall’idea rivoluzionaria del cambiamento. Insieme, hanno scomodamente affrontato il triangolo magico: imprese, informazione e istituzioni. Una triade così indispensabile da far sembrare qualsiasi altro incontro un semplice convitato di pietra.
E il tema chiave? La condivisione di visioni e la costruzione di “relazioni capaci di orientare le scelte future”. Traduco: un esercizio di retorica per far sembrare che, tra un abbraccio e l’altro, davvero ci sia qualcuno che pensa in grande mentre intorno tutto cambia – e spesso non in meglio. Ma niente paura, si parla di economia e comunicazione in “continua evoluzione”, perché stare fermi è da dilettanti.
In altre parole, un’occasione preziosa per ribadire quanto la presunta sinergia tra imprenditori, media e potere politico sia la panacea di tutti i mali, senza minimamente interrogarsi sulle contraddizioni di fondo. Come si può credere alla comunicazione che dovrebbe essere “libera” quando è così intimamente intrecciata con gli interessi delle imprese di turno? E le istituzioni, da arbitro imparziale quale fingo di essere, diventano spesso pedine inconsapevoli di giochi molto più grandi.
Insomma, un appuntamento da manuale per chi ama le chiacchiere ben orchestrate, i sorrisi di circostanza e le promesse di “costruire insieme” un futuro splendente, purché nessuno osi disturbare troppo l’attuale status quo. E se proprio vogliamo il colmo, si parla pure di “strategia territoriale”: il modo elegante per dire “teniamo tutto sotto controllo”.

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