Il gruppo satellitare francese Eutelsat, spesso dipinto come la risposta europea a Elon Musk e al suo impero Starlink, ha visto il prezzo delle sue azioni precipitare mercoledì scorso, appena dopo la notizia che l’investitore giapponese SoftBank ha deciso di ridurre la sua partecipazione nella società. Un crollo di tutto rispetto, con i titoli che hanno perso il 7,2% nel giro di un mattino.
Pare che SoftBank abbia messo sul mercato 36 milioni di diritti, corrispondenti a circa 26 milioni di azioni, ovvero circa metà della sua quota azionaria nel venditore di satelliti. Insomma, se lo strapotere di Musk fa paura anche in Europa, sembra che la fiducia nella controffensiva francese stia vacillando più del previsto.
Eutelsat è proprietaria del fornitore di internet satellitare OneWeb, con cui si è fusa nel 2023 per tentare di dar battaglia a Starlink, il colosso americano che domina il mercato globale. Una sfida epica che ricorda un duello tra Davide e Golia, se Davide avesse solo 600 slingshot contro un Golia con 6.750 centrifughe spaziali.
Mentre Starlink orbita primariamente su oltre 6.750 satelliti, Eutelsat può vantare con orgoglio “solo” 600 satelliti sparpagliati nello spazio. Un divario che neanche un esercito di ingegneri francesi riesce a colmare con una bacchetta magica, almeno per ora.
Non è sempre stato così drammatico, però. Le azioni del gruppo avevano toccato un picco stratosferico, con un rialzo di più del 600% a marzo di quest’anno. Eh sì, tanto entusiasmo nel Vecchio Continente quando la dipendenza tecnologica dagli Stati Uniti sembrava un problema da risolvere al più presto, complice anche il taglio del supporto militare americano all’Ucraina. Peccato che dopo questa esaltante impennata la caduta sia stata altrettanto verticale, con i prezzi in calo di oltre il 70%.
Il gruppo è considerato un tassello fondamentale per le ambizioni di sovranità tecnologica europea, tanto che a giugno lo Stato francese ha guidato un investimento da 1,35 miliardi di euro, diventandone il maggiore azionista con una quota attorno al 30%. Un appuntamento costoso ma necessario, afferma qualcuno, per non dipendere troppo da gigantesche mega-corporation straniere.
Un futuro nebuloso per la sovranità europea
Insomma, la favola del cavaliere europeo che sfida Musk sembra più una commedia degli equivoci. Da un lato abbiamo un gruppetto di satelliti che combatte contro un esercito spaziale americano incontenibile, dall’altro investitori internazionali che, appena fiutano odore di fumo, scappano a gambe levate.
Al momento, a parte qualche comunicato di circostanza, sia Eutelsat che SoftBank hanno preferito il silenzio stampa, che ben si addice alla situazione — parola d’ordine: “nebbia” spaziale e di comunicazione. Nel frattempo, i piani grandiosi di dominare Internet dallo spazio con un parco satelliti europeo rimangono sospesi nel limbo tra sogno visionario e cruda realtà.
Non resta che attendere se questo scontro tra colossi finirà in una nuova alleanza galattica, in un altro scivolone europeo o, più realisticamente, in una lenta agonia di promesse mai mantenute. Ma almeno ci hanno provato, con tanto di soldi pubblici buttati nello stipendio di qualche dirigente e magari un paio di manutenzioni spaziali poco redditizie.

