Sanità in tilt, Marino si scaglia contro l’ultimo pasticcio del decreto Zangrillo sulle farmacie dei servizi

Sanità in tilt, Marino si scaglia contro l’ultimo pasticcio del decreto Zangrillo sulle farmacie dei servizi

Luca Marino rincara la dose:

“L’ampliamento delle attività sanitarie delegabili alle farmacie dovrebbe essere accompagnato da un quadro chiaro di garanzie, competenze, standard professionali e sistemi di controllo. Ridurre i passaggi autorizzativi senza definire al contempo adeguati meccanismi di vigilanza può comportare incertezze operative, sovrapposizioni di ruoli e un possibile indebolimento della filiera assistenziale, in particolare per quanto riguarda la presa in carico del paziente e il coordinamento con i professionisti sanitari.”

A chi non ama le complicazioni, questa è una bella batosta: magari volevano risparmiare tempo, ma ora potrebbero perdere la bussola in un panorama dove i confini tra ruoli sanitari diventano più sfumati della nebbia padana in gennaio. Un grande caos annunciato, insomma.

Infine, arriva la solita richiesta che sembra uscita da un manualetto di buone pratiche: sicurezza, qualità, chiarezza nelle responsabilità. Frasi tutte molto belle, peccato che spesso rimangano nobili principi su carta, mentre nella realtà predominano ritardi, carenze e giochi di potere.

Luca Marino ci tiene a sottolineare:

“Riteniamo fondamentale che ogni intervento di semplificazione mantenga come priorità: la sicurezza e la qualità delle prestazioni, la chiarezza nella distribuzione delle responsabilità professionali e il rispetto del ruolo dei diversi operatori della sanità territoriale. Per questo chiediamo che il Governo avvii un confronto approfondito con le Regioni, gli ordini professionali e gli attori del settore, al fine di definire un modello di Farmacia dei Servizi che coniughi innovazione, semplificazione e piena garanzia per i cittadini.”

In pratica, vorrebbero un talk show interminabile che coinvolga tutta la galassia degli interessati, per inventare il modello perfetto di farmacia futuristica. E qui casca l’asino: se ci mettiamo a convocare mille commissioni e schiere di esperti, non solo la semplificazione resta un miraggio, ma rischiamo di far slittare tutto di anni, con i cittadini che nel frattempo si arrangiano come possono.

Insomma, mentre il vertice della sanità italiana si struggono per trovare il modo di non peggiorare ciò che già traballa, le farmacie intanto si preparano a nuovi compiti e nuovi grattacapi, sperando che qualcuno abbia ricordato di distribuire almeno un buon manuale d’istruzioni.

Che gioia, un nuovo decreto sulla semplificazione che, ovviamente, rende tutto più semplice… o almeno questo dovremmo credere. La sezione sanità di Unindustria, guidata dall’ineffabile Vice Presidente Luca Marino, si lancia in una serie di perplessità che, diciamolo, suonano più come campanelli d’allarme piuttosto seri. Il decreto firmato dal miracolato Ministro Zangrillo vorrebbe fare pulizia nel labirinto burocratico delle Farmacie dei Servizi, ma forse si è dimenticato che “semplificare” non significa necessariamente “fare disastri”.

Luca Marino non usa giri di parole:

“Pur riconoscendo l’importanza di modernizzare il sistema e di rendere più efficienti i percorsi amministrativi, riteniamo che l’eccessiva semplificazione dell’iter che consente alle farmacie di erogare prestazioni sanitarie rischi di produrre effetti indesiderati sull’equilibrio complessivo del Servizio sanitario e sulla tutela della qualità delle cure.”

Tradotto in italiano corrente: se sbrighiamo tutto troppo in fretta, il servizio sanitario rischia di fare cilecca e magari finisce per peggiorare invece di migliorare. Ma va? Quello che sembrava una genialata a prima vista potrebbe trasformarsi nel solito pasticcio all’italiana, con farmacie che si improvvisano ospedali senza neppure un manuale di istruzioni decente.

E non è finita. Secondo il Vice Presidente, ampliare le funzioni delle farmacie non è qualcosa che si fa senza mettere qualche paletto serio in termini di garanzie, professionalità e, ovviamente, controllo. Sembra quasi che il decreto abbia fatto il salto mortale senza prevedere una rete di salvataggio.

Luca Marino rincara la dose:

“L’ampliamento delle attività sanitarie delegabili alle farmacie dovrebbe essere accompagnato da un quadro chiaro di garanzie, competenze, standard professionali e sistemi di controllo. Ridurre i passaggi autorizzativi senza definire al contempo adeguati meccanismi di vigilanza può comportare incertezze operative, sovrapposizioni di ruoli e un possibile indebolimento della filiera assistenziale, in particolare per quanto riguarda la presa in carico del paziente e il coordinamento con i professionisti sanitari.”

A chi non ama le complicazioni, questa è una bella batosta: magari volevano risparmiare tempo, ma ora potrebbero perdere la bussola in un panorama dove i confini tra ruoli sanitari diventano più sfumati della nebbia padana in gennaio. Un grande caos annunciato, insomma.

Infine, arriva la solita richiesta che sembra uscita da un manualetto di buone pratiche: sicurezza, qualità, chiarezza nelle responsabilità. Frasi tutte molto belle, peccato che spesso rimangano nobili principi su carta, mentre nella realtà predominano ritardi, carenze e giochi di potere.

Luca Marino ci tiene a sottolineare:

“Riteniamo fondamentale che ogni intervento di semplificazione mantenga come priorità: la sicurezza e la qualità delle prestazioni, la chiarezza nella distribuzione delle responsabilità professionali e il rispetto del ruolo dei diversi operatori della sanità territoriale. Per questo chiediamo che il Governo avvii un confronto approfondito con le Regioni, gli ordini professionali e gli attori del settore, al fine di definire un modello di Farmacia dei Servizi che coniughi innovazione, semplificazione e piena garanzia per i cittadini.”

In pratica, vorrebbero un talk show interminabile che coinvolga tutta la galassia degli interessati, per inventare il modello perfetto di farmacia futuristica. E qui casca l’asino: se ci mettiamo a convocare mille commissioni e schiere di esperti, non solo la semplificazione resta un miraggio, ma rischiamo di far slittare tutto di anni, con i cittadini che nel frattempo si arrangiano come possono.

Insomma, mentre il vertice della sanità italiana si struggono per trovare il modo di non peggiorare ciò che già traballa, le farmacie intanto si preparano a nuovi compiti e nuovi grattacapi, sperando che qualcuno abbia ricordato di distribuire almeno un buon manuale d’istruzioni.

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