Non c’è nulla di più rassicurante per gli appassionati di motori europei di un brusco voltafaccia diplomatico tra Cina e Paesi Bassi sulle esportazioni di chip per semiconduttori, vero? Il ciclone di tensioni geopolitiche sembrava destinato a far piombare l’industria automobilistica nel caos più totale, ma ecco che, come per magia, un tentennamento della Cina nel bloccare i chip di Nexperia ha fatto risalire le azioni delle case automobilistiche come se non ci fosse un domani.
Per chi non dormiva la notte pensando alla penuria di semiconduttori che avrebbe paralizzato le catene di montaggio, ecco servita la bella notizia: sabato scorso la Cina ha annunciato un’apertura, considererà alcune eccezioni per l’export dei chip prodotti da Nexperia. Peccato che la stessa azienda, nata dall’acquisizione cinese di una realtà olandese, fosse stata messa in qualche modo “in quarantena” dai Paesi Bassi, che ne hanno tolto il controllo con una mossa tanto originale quanto poco trasparente.
Questa guerra di nervi tra l’economia olandese e l’apparato politico cinese ha fatto impazzire gli ingegneri e terrorizzato i manager occidentali che già pregustavano un nuovo capitolo di penuria di chip indispensabili a motori, elettronica di consumo e chissà cos’altro.
Le Borse delle Case Auto Ridono, Almeno Per Ora
Come da copione, le azioni di tutti i grandi giganti europei dell’automotive si sono messe a ballare un bel +3% come a dire: “tranquilli, la crisi si allontana”. Renault in Francia, Mercedes-Benz Group in Germania, e persino Stellantis, la creatura italo-franco-americana quotata a Milano, hanno visto i loro titoli spingere sull’acceleratore in borsa. Non sono restati a mani in mano neanche i fornitori di componenti come Valeo e Aumovio, che hanno guadagnato rispettivamente 3% e 1,6%. In Germania poi Volkswagen, Porsche e BMW hanno deciso di fare la gara e hanno superato il +1,3%.
Segue immancabile il rapporto di quegli oracoli di Barclays che – in tutta la loro infallibilità – hanno giudicato i recenti sviluppi “abbastanza positivi” per il settore automobilistico, quasi come se non fossimo ancora a mercé di un negoziato in bilico tra due superpotenze.
Dan Levy, il “big boss” degli analisti auto di Barclays, ha voluto infondere un po’ di ottimismo sprezzante:
“Il problema Nexperia non è completamente risolto, dato che i dialoghi tra Paesi Bassi e Cina proseguono per trovare una via d’uscita, ma crediamo che l’ostacolo alla produzione a breve termine sia stato evitato – anche se stiamo ancora aspettando i dettagli.”
La Storia di Nexperia: Quando il Diritto di Controllo Incontra le Manie di Grandezza
Tutto ha avuto inizio a settembre, quando il governo olandese ha deciso di giocare a fare il controllore supremo e ha strappato il controllo di Nexperia dalle mani dei cinesi di Wingtech. Questa mossa degna delle migliori spy story è stata giustificata da timori di sicurezza nazionale, ovvero la paura che il know-how di Nexperia — specialista nella produzione su larga scala di chip per auto ed elettronica di consumo — potesse non essere disponibile in caso di emergenza. Tradotto: “non possiamo permettere che la tecnologia se ne vada a zonzo senza controllo”.
Non sorprende che la Cina, potenza mondiale con il telecomando ben stretto, abbia preso questa presa di posizione come un affronto. La contromossa è arrivata subito: niente più esportazioni dei prodotti finiti di Nexperia fuori dal Paese.
Questa specie di duello diplomatico industriale ha messo in crisi non solo le tensioni diplomatiche, ma ha mandato in tilt pure qualche linea di assemblaggio tedesca, visto che i produttori locali si affidano ancora parecchio a fornitori “Tier 1” nazionali come Nexperia — nonostante gran parte delle fabbriche sia in realtà in Cina.
Il primo a perdere colpi è stato Honda Motor, primo produttore globale a confessare di dover rallentare la produzione a causa del disastro imminente che sembrava dietro l’angolo. Una mossa che ha acceso ulteriormente i riflettori sulla fragilità di un’economia che si basa sempre di più su supply chain internazionali tanto complicate quanto inaffidabili.



