Michael O’Leary, l’inossidabile CEO di Ryanair, ha prontamente preso la parola per bacchettare il governo del Regno Unito in merito all’ambizioso piano di aumentare le tasse sui voli passeggeri. Spoiler: secondo lui, la trovata è ottima se il loro obiettivo è vedere gli aerei scappare a gambe levate fuori dal paese. Davvero un piano di crescita economica da manuale.
Durante un’intervista su CNBC, il nostro eroe delle basse tariffe ha definito l’aumento delle imposte sui viaggi aerei da parte del governo laburista una mossa che fa a pugni con ogni più elementare teoria di sviluppo economico. Scommetto che hanno letto tutti il manuale tranne la pagina “Come far crescere un’economia”.
Il tutto arriva a pochi giorni dal Budget autunnale, quello in cui la ministra delle finanze Rachel Reeves si trova a far conti che nemmeno un maestro elementare con la scuola in fumo vorrebbe affrontare: come governare tra spesa, tasse e debito senza mandare tutto a monte.
O’Leary ha lanciato un curioso paragone: mentre molte nazioni europee sembrerebbero prive di senso nello smantellare le cosiddette “tasse ambientali folli” e vedono crescere le proprie economie come per magia, il Regno Unito, con l’instancabile Reeves, invece vuole aumentare le tasse sul traffico aereo, sull’isola più insulare e periferica d’Europa. Da applausi.
Michael O’Leary ha detto:
“Guardate mercati come Svezia, Ungheria, Italia e Croazia che abolendo tasse ambientali hanno visto un’esplosione economica. E poi ci sono i ritardatari come Germania, Francia e la nostra cara Rachel Reeves qui nel Regno Unito, che sembrano voler la crescita ma aumentano le tasse sui voli—su un’isola, per giunta.”
O’Leary ha aggiunto la sua analisi: non solo il governo fa finta di voler crescere, ma non ha neanche la più pallida idea di come attuarlo, nonostante lui stesso gli abbia scritto offrendo un piano di crescita interessante, specialmente per le aree regionali del Regno Unito, quelle tanto decantate “red wall seats”. Come dire: “Facciamo volare la crescita lì, non a Londra.”
L’altra faccia della medaglia è l’odiatissima Air Passenger Duty (APD), quella tassa per ogni passeggero che parte dal Regno Unito. L’anno scorso, Reeves ha rigettato qualsiasi margine di manovra sul bilancio, costringendo il governo a finanziare spese correnti esclusivamente con le tasse, niente più debito. Un vero capolavoro di sostenibilità finanziaria se non fosse che… vanno ad aumentare una tassa che potrebbe soffocare il mercato.
Il piano di Starmer e della sua squadra prevede di alzare l’APD da aprile prossimo, menzionando con particolare entusiasmo una stangata del 50% sui jet privati e rialzi generali per gli altri voli. Naturalmente, questa tassa rappresenta una fetta cospicua degli introiti governativi, stimati intorno ai 4,7 miliardi di sterline solo nel 2025-2026. Intanto, l’aviazione continua imperterrita ad alimentare i fastidiosi gas serra.
Rachel Reeves è apparsa così ispirata negli eventi pubblici che sembra quasi impossibile che possa non vedere l’ovvio schiaffo in faccia rappresentato da questa politica fiscale.
Il nostro impavido CEO ha calcolato che l’incremento dell’APD – pari a circa un terzo del prezzo medio di un volo Ryanair (circa 45 sterline) – finirebbe per essere una mazzata insostenibile per molte famiglie, specialmente quelle di quattro persone.
O’Leary punta il dito:
“È ridicolo. Per una famiglia di quattro diventa proibitivo. Abbiamo scritto a Rachel Reeves appena è stata eletta, dicendo che potevamo garantirle un aumento del 50% del traffico, ma non a Londra, bensì nelle regioni del Regno Unito, dove c’è un disperato bisogno di crescita nei seggi ‘red wall’ come Birmingham, Manchester, Glasgow, Edimburgo, Bristol. Basta abolire l’APD fuori Londra. Londra è satura, Londra può pagare l’APD, ma fuori Londra no. Per loro sarebbe un mancato introito di circa 2 miliardi, che recupererebbero rapidamente con l’aumento dei consumi e dell’IVA. Nessuna risposta.”
Quanto all’intenzione di discutere ancora con il Tesoro prima del Budget autunnale, l’exploit di diplomazia è pari a… zero. Secondo O’Leary, sono semplicemente incapaci.
Michael O’Leary ha confessato con tono rassegnato:
“Non abbiamo avuto nessun contatto serio. Hanno persino mandato una lettera idiota dicendo ‘un aumento di 2 sterline nell’APD è solo l’1% del prezzo medio del biglietto’. Mah, forse fanno shopping in un altro universo perché il nostro prezzo medio è di 45 sterline, quindi un incremento di 2 sterline è un 5%. Non sanno nemmeno fare i conti… Sono inutili.”
E se Reeves dovesse realmente aumentare l’APD nel Budget di novembre, Ryanair minaccia candidamente di trasferire i suoi aerei in paesi più intelligenti e meno fiscali, citando Svezia, Ungheria e Italia come destinazioni ambite. Complimenti per la lungimiranza.
Nel frattempo, le azioni di Ryanair hanno chiuso la giornata di lunedì in calo del 2,2%, forse un piccolo segnale che anche i mercati comprendono la follia delle nuove politiche britanniche.



