Nvidia non è più soltanto un produttore di chip per videogiochi, ma sembra destinata a diventare la star indiscussa dei mercati finanziari, pronta a superare il traguardo da capogiro dei 5 trilioni di dollari di capitalizzazione. Sì, avete letto bene: 5 trilioni. Nel frattempo, il resto del mondo si chiede come sia possibile che una società nata per alimentare le vostre ore di svago digitale stia adesso monopolizzando lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Le azioni di Nvidia sono schizzate del 3,2% nelle contrattazioni premercato, spingendola quasi a toccare questo incredibile record. Un’impennata che non sorprende più di tanto, visto che da inizio anno il titolo è balzato di quasi il 50%. Sì, avete sentito bene anche stavolta: quasi la metà del valore del titolo in pochi mesi, un passo che nemmeno i fan più accaniti della volatilità avrebbero osato sperare.
Dietro questo sfavillante rally si nasconde la solita ricetta magica: il boom dell’intelligenza artificiale. Il CEO Jensen Huang ha infatti dichiarato che Nvidia si aspetta ordini per chip AI per la bellezza di 500 miliardi di dollari – un numero che farebbe impallidire anche il miglior visionario di Wall Street – e ha annunciato la costruzione di ben sette nuovi supercomputer per il governo degli Stati Uniti. Perché ovviamente, se non è supercomputata non è AI che si rispetti.
Ma non finisce qui: in un lontano colpo di teatro, Nvidia ha svelato una partecipazione da 1 miliardo di dollari in Nokia, con cui stringe un’alleanza strategica per lo sviluppo della tecnologia 6G, quella che dovrà portarci nel futuro dove le reti saranno talmente veloci da far impallidire il Wi-Fi di casa vostra.
Shock e panico nella finanza
Ovviamente, con tutto questo balletto su scala galattica, non potevano mancare i soliti commenti catastrofici: critici, economisti e qualche esperto da bar sport iniziano a vociferare di una possibile “bolla AI”. Perché si sa, se qualcosa sale troppo in fretta, deve per forza scoppiare, giusto?
D’altronde non sono solo gli scettici a tirare in ballo questo scenario apocalittico: persino l’Fondo Monetario Internazionale e la Banca d’Inghilterra si sono sentiti in dovere di lanciare l’allarme. Questi baluardi della prudenza finanziaria temono che se l’entusiasmo per l’AI dovesse raffreddarsi, i mercati azionari mondiali potrebbero davvero iniziare a fare le bizze.
Insomma, mentre Nvidia si gode il suo momento di gloria da trilioni di dollari, il resto di noi può solo sedersi comodo, godersi il circo e sperare che questo show con supercomputer e chip milionari non finisca in una gigantesca crisi da euforia irrazionale. Per ora, l’unica certezza è che il futuro dell’intelligenza artificiale si sta scrivendo a colpi di miliardi e di numeri da capogiro. Poi, che dire? Sarà un piacere vedere chi resterà in piedi quando lo spettacolo finirà veramente.



