Che gioia, l’intelligenza artificiale pronta a scatenare rivoluzioni roboanti nel mondo reale, o almeno così ci assicurano gli entusiasti illuminati. Cathie Wood, la regina degli investimenti futuristici e fondatrice di Ark Invest, ha magnificato l’avvento degli umanoidi robotici, quei macchinari dalle sembianze umane che promettono di rivoluzionare tutto, dai taxi robotici alla sanità. Un film di fantascienza? No, un investimento megagalattico, perché – ovviamente – i robot con fattezze e movimenti “umani” sono la prossima miniera d’oro dell’AI.
Durante la Future Investment Initiative di Riyadh, questa maga dell’economia ha proferito parole che lasciano poco spazio a dubbi: si teme l’”hype” sull’AI? Pff, una sciocchezza! Perché il vero affare sono “i robot umanoidi”, che non solo ci guideranno in taxi, ma cureranno pure la nostra salute. E dobbiamo crederle, dato che produrrà un ritorno strepitoso – una specie di miracolo in chiave digitale.
Naturalmente, i robot umanoidi non sono una novità per la fantasia collettiva, con aziende che si danno da fare per produrre la macchina definitiva che sostituirà pure il vicino rompiscatole, magari in assistenza personale o nei negozi. Se non fosse per un piccolo dettaglio: gli investitori hanno sempre guardato con sospetto a queste meraviglie, soprattutto quando si tratta di giustificare spendaccioni nella vita reale con risultati economici tangibili. Ma chi se ne importa? La fede nell’AI è incrollabile.
Ovviamente non poteva mancare il fan numero uno, il guru Elon Musk, che qualche giorno fa ha dichiarato come i robot Optimus di Tesla arriveranno a rappresentare addirittura l’80% del valore della società. Perché accontentarsi di auto elettriche quando puoi costruire un esercito di manichini perfettini?
I titoli principali del fondo ARK Artificial Intelligence & Robotics UCITS ETF di Cathie Wood? Tesla al 9,16%, Palantir al 7,02% e AMD al 6,14%, un tris d’assi di tecnologia che conquisterà il mondo (o almeno così sono convinti).
Le meraviglie della produttività svelate da AI
Ma non crediate che tutto questo sfarzo robotico avvenga in un batter d’occhio. Secondo la nostra esperta, le grandi aziende hanno bisogno di un po’ di tempo per mettersi in pari, per “prepararsi” a questa trasformazione epocale. Qualcuno deve pur rimettere ordine in questo caos futuristico e chi meglio di Palantir può andare nelle più grandi imprese a ristrutturarle? L’obiettivo? Scatenare quei guadagni di produttività che secondo lei l’AI porterà, come un vento di rinnovamento divino, nel tessuto produttivo globale.
Nel frattempo, dall’altra parte dello specchio, nel mondo degli umani consumatori, la reazione è opposta: adorano tutto questo. Immaginate il piacere di avere assistenti personali che fanno la spesa per voi, mentre voi vi godete la vita, senza neanche dover alzare un dito. Sembra incredibile, ma Cathie Wood si dice entusiasta non solo dello shopping delegato, ma anche dell’aumento vertiginoso della produttività individuale grazie all’AI. In effetti, la ricerca è già stata rivoluzionata da queste tecnologie, quindi aspettiamo fiduciosi l’onda lunga di questo tsunami digitale.
Naturalmente, Cathie Wood non fa finta di chiudere entrambi gli occhi sulle difficoltà a breve termine: ha infatti avvisato di una “realtà da scontare” a proposito dell’AI, come se fosse una semplice pausa di riflessione sulla via dell’onnipotenza. E le valutazioni esorbitanti del Big Tech? Beh, dice lei, tutto questo avrà finalmente un senso se guardiamo con lenti a medio-lungo termine, diciamo almeno cinque anni. Quindi teniamoci forte: il futuro è luminosissimo, a patto di aspettare con pazienza che questi robot vengano a prendersi il nostro lavoro, il nostro tempo libero e forse anche le nostre vite.
