Ah, finalmente una boccata d’aria fresca dal mondo burocratico, direttamente dalla fantastica bozza della Legge di Bilancio 2026. Luca Marino, Vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, ha elargito parole di lode, quasi fosse giunta la rivelazione del secolo: “La sicurezza e la salute del cittadino non sono in discussione”. Davvero? Che sollievo!
Ovviamente, come ogni volta che si parla del solito traballante sistema sanitario, la nota di Marino arriva accompagnata da raffinata soddisfazione. In buona sostanza, l’articolo 67 della manovra si erge a paladino del buon senso, ponendo fine alle “incertezze” che – udite udite – ora subordinano i servizi diagnostici in farmacia a rispettare tutti quei piccoli dettagli come requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi. Sì, proprio quelli previsti dal decreto legislativo n. 502/1992, quella bibbia invisibile che regola step dopo step cosa si può fare e come.
Secondo Marino, questa norma è un compromesso perfetto che finalmente “va incontro alle esigenze di tutte le categorie del comparto”. Tutte, eh, non una selezione ristretta, mica pizza e fichi. Che generosità d’animo! E ce la fa anche a lanciare un auspicio, quasi un sospiro aleggiante nell’aria: che l’articolo 67 venga approvato senza modifiche. Perché si sa, modificare qualcosa nella legge è cosa rarissima e sempre felice.
E non è tutto: una volta che questo meraviglioso articolo sarà legge, le Regioni – quegli enti noti per la loro impeccabile efficacia e trasparenza – “svolgeranno a pieno il loro ruolo di garanti nella tutela della salute del cittadino”. Ovviamente, con la “massima attenzione all’impiego delle risorse del SSN in un’ottica di massima efficienza”. Tradotto: continueremo a sperare che soldi e servizi siano spesi con intelligenza, senza che nulla vada disperso nella marea di cavilli, burocrazia e interessi di parte che abbiamo imparato a conoscere e amare.
Un Principio Fondamentale… Ma Solo Sulla Carta
La meraviglia è che, in un mondo normale, la sicurezza e la salute del cittadino dovrebbero essere valori intoccabili, perfetti nella loro ancor più ovvia applicazione. Peccato però che il semplice enunciare questo principio all’interno dell’articolo 67 sia stato accolto come una specie di epifania, come se fino a ieri qualcuno avesse dubitato che la salute delle persone fosse importante.
Possiamo solo intuire che, nel regno della sanità italiana, tutto quel mare di regolamenti e vincoli si sia trasformato in un labirinto dove persino l’erogazione dei servizi diagnostici nelle farmacie sembrava un campo minato. Risultato? Si è reso necessario un sacro decreto che, con piglio solenne, ci ricorda che questa sicurezza si deve rispettare. Dal 1992, per altro, ma nessuno se n’era accorto.
Insomma, ben venga l’articolo 67, ma sarebbe stato meglio se tutti questi paletti fossero stati applicati da sempre, senza dover aspettare la mano santa della Legge di Bilancio. Sarà forse questa la vera rivoluzione sanitaria in arrivo?
Il Ruolo Delle Regioni: Una Speranza o Una Commedia?
Il passaggio più tenero del discorso di Marino riguarda le Regioni. Quegli organismi senza i quali probabilmente il sistema sanitario sarebbe pure più semplice, ma di certo meno “colorito”. Le Regioni sono chiamate, nella sua visione idilliaca, a “garantire nella tutela della salute del cittadino”. Un compito dal peso enorme, soprattutto considerando la storia recente fatta di scandali, inefficienze, tagli lineari e investimenti incerti nelle strutture sanitarie.
Ma Marino ha fiducia; e anche noi, in fondo, dobbiamo preparare il palcoscenico per l’ennesimo atto di speranza cieca: “Massima attenzione all’impiego delle risorse del SSN in un’ottica di massima efficienza”. Interessante come questo motto venga sbandierato ad ogni nuova legge, come se fosse una formula magica in grado di trasformare la realtà caotica e sprecona in un modello virtuoso.
Il problema, però, è che spesso l’efficienza si perde per strada tra troppi protagonisti con interessi contrapposti, e ogni “assicurazione” di buona volontà rischia di diventare un simpatico refrain dell’eterna commedia italiana sulla sanità. Vedremo se questa volta qualcuno prenderà sul serio la massima attenzione promessa o se finirà tutto nel solito gioco delle parti.



