Ah, Novo Nordisk, quel colosso danese della farmacia che tutti adorano per le sue miracolose pillole per il diabete e la perdita di peso, come Ozempic e Wegovy. Questa settimana, però, non si parla di farmaci ma di una piccola faida in famiglia: il consiglio d’amministrazione sta salutando diversi membri, tutto grazie a qualche scintilla in meno tra la dirigenza e l’azionista di controllo, la solita onnipotente Fondazione Novo Nordisk.
Immaginate lo scenario: da una parte, il consiglio d’amministrazione propone un rinnovamento “mirato”, con l’aggiunta di poche e selezionatissime competenze per mantenere quella tanto acclamata continuità. Dall’altra, invece, la Fondazione vuole una rivoluzione globale nel consiglio, un cambio di guardia da capogiro. Se queste non sono scintille, cosa lo è allora?
Helge Lund, il presidente del consiglio, ha sintetizzato la situazione con una frase degna di un dramma shakespeariano:
“Il consiglio ha proposto un rinnovamento focalizzato sull’aggiunta di competenze selezionate, mantenendo anche la continuità, mentre il consiglio della Fondazione voleva una riorganizzazione più estesa.”
E mentre noi poveri comuni mortali ci chiediamo cosa significhi esattamente “riorganizzazione più estesa”, le azioni in borsa a Copenaghen hanno deciso di rispondere al conflitto con un elegante calo dell’1,5%. Che esempio di reazione matura da parte del mercato!
E nel bel mezzo di questo terremoto orchestrale, Helge Lund stesso, il suo vice Henrik Poulsen e ben cinque membri indipendenti del consiglio – ovvero Laurence Debroux, Andreas Fibig, Sylvie Grégoire, Christina Law e Martin Mackay – hanno deciso che stare sul palco avrebbe perso ogni fascino e quindi non si ricandideranno durante l’Assemblea Straordinaria, che si terrà il 14 novembre. Vi immaginate una soap opera aziendale più gustosa?
In altre parole, il rinnovamento di Novo Nordisk non sarà una passeggiata: fra vecchi amici che se ne vanno e veri e propri showdown con la Fondazione, questa tremenda querelle promette colpi di scena che definiranno il volto futuro di un gigante farmaceutico fin troppo abituato a dominare senza intoppi.



