Economia del mare la salvezza tanto decantata delle piccole imprese laziali che nessuno ha mai chiesto

Economia del mare la salvezza tanto decantata delle piccole imprese laziali che nessuno ha mai chiesto

Ah, ecco servito il piatto fresco della “blue economy”, un’idea così nuova che quasi quasi ti aspetti che cambi miracolosamente il destino dell’economia regionale. Cristiano Dionisi, il nostro paladino della Piccola Industria di Unindustria, ci illumina con la sua veritĂ  assoluta: l’economia del mare non è solo una “leva promettente” per una crescita sostenibile – parola magica che vale piĂą di qualsiasi piano concreto –, ma addirittura un “asse trasversale” del Piano Industriale del Lazio. E come se non bastasse, questa meraviglia di progetto è una grande opera con protagonisti come la Regione Lazio e la Vicepresidente Angelilli. Tutto molto solenne e ben raccontato, magari senza un chiaro piano d’azione dietro.

Cristiano Dionisi ha parlato al “Blue Innovation Lab”, un raduno di quelli che suonano convincenti, organizzato proprio nella cornice regale del Castello di Santa Severa. Location perfetta per mandarci un messaggio: “Vedete, ci stiamo dando da fare, il mare è il futuro”. Ma ovviamente senza rispondere alla domanda fondamentale: quale mare? Quello pieno di burocrazia o quello di promesse non mantenute?

Un altro giro di parole ci racconta il cammino del “Blue Innovation Lab”, definito come la pietra angolare per fare del Lazio una regione leader non solo in Italia ma addirittura in Europa nella blue economy. Immaginate la scena: un gruppo di piccole e medie imprese, “ossatura fondamentale” dell’economia, pronte a cavalcare l’onda blu, mentre il mondo gira allegramente altrove.

Ma non basta. Il lavoro di questa bolla di innovazione regionale dovrebbe anche sostenere un position paper ben confezionato, presentato come il santo graal al Governo durante il Salone Nautico di Genova. Queste grandi menti del Gruppo Tecnico Economia del Mare di Confindustria hanno identificato tre priorità nazionali così fondamentali da sembrare banalmente ovvie: infrastrutture e portualità, flotte e vettori, e infine persone e competenze. Sorprendente, vero? La lista della spesa delle necessità più elementari presentata come rivelazione epocale.

Un mare di parole e poche azioni

Purtroppo, come spesso accade in certi circoli di “innovatori”, il tuffo nella blue economy rischia di essere piĂą un bagno di parole che di fatti. Infrastrutture? Flotte? Persone? Sembra quasi che stiamo scoprendo l’acqua calda mentre nel resto d’Europa si muovono davvero, magari magari senza asternere un discorso in pompa magna ogni tre secondi.

E mentre il Lazio danza alla luce del sole della propria “leadership” marina, le piccole imprese – fondamenta di questa magnifica economia regionale – restano sospese tra speranze e attese, perché evidentemente eccellere nel dire cose scontate è l’unico talento coltivato.

ChissĂ  se qualcuno avrĂ  il coraggio di chiedere cosa accadrĂ  dopo il Blue Innovation Lab, quando le luci si spengono, i castelli restano immobili e rimane solo il mare, quello vero, senza retorica.

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