Trentenne americano abbandona gli Stati Uniti per rifugiarsi nei Paesi Bassi: chi l’avrebbe mai detto?

Trentenne americano abbandona gli Stati Uniti per rifugiarsi nei Paesi Bassi: chi l’avrebbe mai detto?

Austin Willingham, 30 anni, è cresciuto a Decatur, Alabama, e ha capito molto presto che restare a casa era l’ultima delle sue aspirazioni fino al compimento dei 18 anni. Nel 2013, ha fatto le valigie per frequentare l’università a tre ore di distanza, precisamente alla Troy University, dove ha trascorso ogni estate impegnato in lavoretti estivi degni di una sitcom: da animatore nei campi estivi a guida per l’orientamento, passando per il dipartimento di studi all’estero.

Descrive la sua esperienza universitaria come un “college da supereroi” dove individui da tutto il mondo si ritrovano in un solo posto a fare la stessa cosa, il che, a quanto pare, ha prodotto amicizie a vita e abbondanti pasti condivisi. Si è anche ritrovato a imparare le culture altrui e viaggiare in gruppo – praticamente un film di formazione con qualche birra in più.

Durante il suo terzo anno, Austin ha trascorso un semestre in Svezia, gironzolando poi per l’Europa con tappe obbligate in Germania, Danimarca e Paesi Bassi. La scoperta? Un amore folle per tutto ciò che la vecchia Europa poteva offrirgli. Tuttavia, la passione per il continente non lo ha trattenuto a lungo negli Stati Uniti: soli due mesi dopo la laurea ha deciso di ripartire.

Quando il semestre in Scandinavia è finito, è tornato a Troy solo per completare il suo titolo di studio, ma con la testa sempre rivolta all’Europa. Il ritorno negli States ha scatenato in lui un’esperienza da manuale di shock culturale inverso: la voglia di buttarsi di nuovo nel calderone europeo era incontenibile.

Ha provato perfino a convincere i genitori a fargli trasferire l’università all’estero – ma a quanto pare, per mamma e papà essere il primo laureato di casa era abbastanza motivo per fare pressione affinché si concentrasse a laurearsi in Alabama, il glorioso stato da cui voleva scappare.

Addio Alabama, benvenuta Irlanda

Dopo un’accurata ricerca di opzioni alternative, ha optato per un visto working holiday in Irlanda, che permette ai cittadini statunitensi di lavorare e viaggiare per 12 mesi. Laureatosi nel maggio 2017, due mesi dopo aveva già messo piede a Dublino, pronto ad affrontare la vita all’insegna di Guinness, amicizie multietniche e weekend alla scoperta di posti nuovi.

In Irlanda ha svolto uno stage in una casa editrice e poi ha lavorato in risorse umane, ma come in ogni buona commedia romantica a metà strada arriva l’amore. Partecipando infatti alle disavventure sentimentali, decise con il suo partner del tempo di lasciare la nazione verde e dedicarsi a un progetto ancora più folle: il viaggio.

“Era il momento di scegliere: continuare a costruire una carriera o seguire l’esempio di tanti amici europei e fare un anno sabbatico per viaggiare il mondo”, racconta con la saggezza di chi ha buttato via anni di vita per seguire un sogno vagamente romantico.

E così, armato di zaino e voglia di insegnare inglese come seconda lingua (perché quando viaggi all’estero ovviamente sei automaticamente un esperto linguista), ha attraversato il sud-est asiatico, visitando posti come Vietnam e Myanmar.

Dall’Australia alla pandemia

Nel 2019, Austin ha trovato rifugio nella lontana Australia, dove ha vissuto on e off per cinque anni. La stessa relazione sentimentale è naufragata nel frattempo, e nel 2020 è tornato negli Stati Uniti per visitare i genitori, trovandosi fuori gioco proprio quando la pandemia ha deciso di chiudere le frontiere australiane con un tempismo impeccabile da film apocalittico.

Dopo un anno di reclusione domestica forzata in Alabama e il prevedibile riconoscimento che il Covid aveva definitivamente cambiato le carte in tavola, ha optato per cercare opportunità lavorative in città più grandi, ma sempre “vicine” alla comfort zone a stelle e strisce.

Riflette amaramente su come molti della sua terra natale non uscissero mai dal microcosmo locale, incastrati in vite monotone, mentre lui, fin da bambino, sentiva che la vita doveva per forza offrire qualcos’altro. Ha preso questo sentimento universalmente condiviso e lo ha trasformato in un’ossessione mondiale da esploratore senza confini.

Dall’Australia ai Paesi Bassi: per amore o solo perché si stava meglio là?

Nel 2021 Austin è tornato in Australia, questa volta conosceva anche la partner attuale. Quando i visti di entrambi stanno per scadere, due opzioni: restare bloccati nel continente Down Under o trasferirsi in Europa, dove – sorpresa! – le cose sembrano decisamente più semplici se si mira alla residenza permanente o alla famigerata cittadinanza europea.