I mercati obbligazionari europei sono una vera miniera d’oro per gli investitori, o almeno così dicono. Ultimamente, il segmento delle Collateralized Loan Obligation, o CLO per chi ama l’acronimo e non leggere, è diventato il giochino preferito per chi cerca alfa, ovvero quei rendimenti extra che fanno tanto trend tra i guru della finanza. A dirlo con impareggiabile entusiasmo è BlackRock, che non poteva certo fare a meno di sottolineare quanto questa nicchia sia l’Olimpo del valore relativo.
James Turner, co-responsabile del reddito fisso globale per l’area EMEA di BlackRock, si è intrattenuto a spiegare a CNBC come le CLO siano ormai la punta di diamante del mercato obbligazionario europeo. In parole povere: un CLO è un calderone di prestiti corporate, più o meno appetibili, messi insieme e poi spezzettati in tranches, ciascuna con un rischio e un rendimento differente.
Naturalmente, le banche e le assicurazioni europee si precipitano ad acquistare le tranche più sicure, quelle AAA, quasi fossero caramelle. I giocatori più coraggiosi – fondo speculativi, qualche fondo sovrano e compagnia cantante – si divertono nelle tranche più rischiose, con rendimenti decisamente più succosi.
Turner ha dispensato ottimismo affermando che le obbligazioni senior dei CLO europei regalano spread tra 125 e 130 punti base, il che dovrebbe stringere il cuore di qualsiasi tradizionalista del tripla A. “Davvero un affarone per un’obbligazione AAA con una struttura di capitale solidissima,” ha aggiunto senza un filo di ironia…
Inoltre, ha voluto essere generoso ricordando che il mercato obbligazionario europeo resta “molto interessante”, specialmente per gli acquirenti in dollari USA che godono di un rendimento extra allettante del 2% grazie alla copertura valutaria. E poi ovviamente ha menzionato la securitization – quel famigerato processo che fa impazzire chi ama la finanza strutturata – come una manna di valore relativo rispetto alle obbligazioni tradizionali.
E poiché la maggior parte dei CLO ha una natura a tasso variabile, chi compra è protetto dall’incubo inflazionistico dei rialzi dei tassi. Chapeau! Il mercato europeo delle CLO nel 2025 ha già raggiunto volumi record, con oltre 48 miliardi di euro emessi, praticamente a un passo dal superare l’intero 2024, segno che i fan della giostra non si sono mai stancati.
Un mondo diviso con stile: le grandi contraddizioni del mercato CLO
Ora passiamo alle dolenti note. Gli analisti di Bank of America – che non fanno mai mancare una buona dose di realismo – sottolineano una biforcazione quasi drammatica all’interno dei prestiti corporate che compongono le CLO europee. Insomma, metà dei prestiti è un campo minato: alcuni CLO si ritrovano con esposizioni a prestiti che sono letteralmente crollati di valore, mentre altri sono usciti indenne da queste “storie di distress”. La dispersione tra le tranche è salita come l’inflazione delle aspettative, creando una gara di chi è più esposto al rischio.
Aaron Scott, partner di uno studio legale a Londra, ha voluto ricordare che i CLO emessi dal 2013 in poi hanno qualche protezione in più, frutto delle cure post-crisi finanziaria del 2008, con leve ridotte e criteri di rating più severi. Insomma, non è più un gioco da principianti. E questo spiega perché oggi una platea più ampia di investitori riesce a dormire sogni relativamente tranquilli con questa roba.
In pratica, i CLO sono passati da essere il misterioso cucuzzaro di qualche fondo estremo a un mercato maturo e frequentato da un pubblico più vasto, che si sente a suo agio con la complessità del prodotto. Un dato che non poteva non far sorridere BlackRock, sempre in cerca di nuovi modi per vendere l’impossibile come oro zecchino.
CLO europee e prestiti privati: la zavorra della diversità
Non dimentichiamo che il settore delle CLO europee sta cercando di spalancare le porte verso mercati più ristretti e misteriosi: il private credit e il direct lending. Finora, a parte due esempi timidi – uno targato Barings a novembre 2024 e l’altro firmato Ares Management a giugno di quest’anno – poche CLO europee possono vantare un portafoglio di prestiti privati. Scommettiamo che diventerà la nuova moda per chi cerca sapori più “esotici.”
Il problema? Assemblare un pool di prestiti privati europei che sia sufficientemente diversificato da far alzare un sopracciglio benevolo alle agenzie di rating. Una sfida mica da ridere, soprattutto se si considerano le differenze con gli Stati Uniti, dove il mercato del private credit è un colosso rispetto all’Europa, ancora un po’ rannicchiata nelle sue vecchie abitudini bancarie e nelle multivalute esotiche da Bruxelles in giù.



