Ecco a voi un’altra brillante pagina di “La geopolitica dei chip”, dove il governo olandese si erge in paladino della sicurezza europea con una mossa tanto drastica quanto teatrale: ha preso il controllo di Nexperia, una fabbrica di semiconduttori a maggioranza cinese con base nei Paesi Bassi. Perché? Beh, per garantirsi un’adeguata fornitura di microchip in un mondo dove ogni giorno la tensione commerciale mondiale sembra un episodio di una telenovela infinita.
Nexperia, controllata dalla cinese Wingtech Technology, si occupa della produzione su larga scala di chip fondamentali per settori come quello automotive e l’elettronica di consumo, roba essenziale per non far saltare la catena tecnologica europea. Insomma, un protagonista chiave che, in caso di bisogno, è meglio non lasciare nelle mani sbagliate o… troppo lontane dall’ideale europeo.
La rivelazione arriva direttamente dal ministro olandese per gli Affari Economici, il quale ci illumina che già a settembre l’”Goods Availability Act” – serie normativa che permette di intervenire pesantemente per preservare l’approvvigionamento di beni critici in situazioni di emergenza – è stata applicata a questa società. Il tutto per prevenire il rischio, nemmeno troppo remoto, che i prodotti finiti o semi-finiti di Nexperia sparissero dal mercato come per magia.
Naturalmente, questa notizia ha mandato in picchiata le azioni di Wingtech alla borsa di Shanghai, che si è beccata un bel -10% giornaliero massimo. Un messaggino di avvertimento da parte del governo olandese dettato da una benefica “preoccupazione” per l’“incolumità tecnologica” europea: davvero toccante.
La legge citata non è che uno strumento in più per la capitale olandese per mettere il naso negli affari delle aziende private, ovviamente in nome dell’interesse nazionale e, ovviamente, quando ci sono sospetti vaghi e sfumati sulla governance aziendale che, pensate un po’, sarebbero “molto seri e recenti”. Tradotto: c’è qualcuno che non si fida e ha deciso di intervenire con piglio da sceriffo.
Il comunicato governativo si fa beffe della delicatezza della vicenda, parlando di “minacce alla continuità” e alla salvaguardia sulle coste olandesi e più in generale europee, di conoscenze tecnologiche vitali sul punto di essere perse, con toni da apocalisse imminente, soprattutto per il settore delle auto. Quindi, se in futuro l’auto va a pedali, sappiamo chi incolpare.
Un cambio al vertice che puzzicchia di politica
Nel frattempo, in un allegro documento ufficiale depositato a metà ottobre alla borsa di Shanghai, Wingtech conferma che Nexperia è passata sotto una “gestione esterna temporanea” e che per un anno saranno congelate qualsiasi modifica sugli asset, sulle attività o sul personale. Sì, congelare le aziende a piacimento sembra la nuova moda.
Subito dopo l’ordine ministeriale, il presidente di Wingtech, Zhang Xuezheng, è stato sospeso da tutti i suoi ruoli nell’azienda. Una sospensione così brusca da far sembrare un Carnevale silenzioso quella che dovrebbe sembrare una “procedure di sicurezza nazionale”.
Il documento però ci rassicura che le attività giornaliere proseguiranno come al solito e che gli effetti di questa “interferenza gentile” sono ancora un mistero da decifrare. Come al solito, quando i governi si intromettono a gamba tesa, nessuno sa bene quali saranno le conseguenze. E tutto nel nome del bene superiore, naturalmente.
Wingtech, da parte sua, ha fatto sapere tramite un post WeChat – poi magicamente cancellato – che questa azione olandese, giustificata con la scusa della “sicurezza nazionale”, è un’invadenza assurda basata su pregiudizi geopolitici e non su veri rischi concreti. Il post, fortunatamente salvato da qualche appassionato di politica cinese, ricorda che dall’acquisizione di Nexperia nel 2019 l’azienda ha seguito tutte le normative locali, con trasparenza e governance impeccabile, e detiene migliaia di dipendenti in numerosi stabilimenti nei Paesi Bassi, Germania e Regno Unito.
Ma nulla di tutto ciò importa in questa commedia internazionale, dove la sicurezza tecnologica diventa un pretesto per mettere i bastoni tra le ruote a un concorrente straniero, in un contesto di guerra commerciale sfociata da tempo tra Stati Uniti, Cina ed Europa.
Del resto, l’operazione olandese arriva a pochi giorni da un’altra mossa di Pechino, che ha deciso di stringere ulteriormente le maglie sull’export di terre rare e magneti, ingredienti chiave per l’industria automobilistica europea. Non proprio un segnale di amore e amicizia.
Come per peggiorare la situazione, la tensione nei rapporti commerciali tra Cina e Paesi Bassi è da tempo visibile, soprattutto dopo i vari blocchi impostos a ASML, azienda olandese leader nella fornitura di macchinari per la produzione di semiconduttori di altissima tecnologia, i cui export verso la Cina sono stati più volte regolati e limitati.
Inoltre, nel 2023, Nexperia era già finita sotto la lente dell’autorità olandese per una possibile acquisizione di una startup del settore chip chiamata Nowi. Affare poi approvato, ma che custodisce il sapore amaro di una sorveglianza costante, come se fosse un colosso troppo grande da lasciar correre.
Dunque, in questo teatro internazionale, dove aziende private diventano pedine di giochi politici a suon di leggi emergenziali e sospetti più o meno fondati, la sicurezza tecnologica europea si rivela una bellissima scusa per esercitare controllo e per ricordarci quanto il mondo dei chip sia ormai il vero campo di battaglia del XXI secolo, meno per la tecnologia e più per gli ego nazionali travestiti da eroi.



